Razzismo e discriminazioni, l’Italia non si inginocchierà contro l’Austria

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I temi del razzismo e delle discriminazioni sono dominanti anche agli Europei di calcio. Nell’ultima giornata il gol decisivo siglato da Leon Goretzka, che ha permesso alla Germania di pareggiare 2-2 con l’Ungheria e di qualificarsi agli ottavi proprio ai danni dei magiari, è stato festeggiato dal centrocampista del Bayern con il simbolo del “cuore” fatto con le mani all’indirizzo della curva dei tifosi ungheresi.

Con questo gesto, Goretzka ha voluto replicare ai cori dei magiari, che hanno urlato “omosessuali” ai giocatori tedeschi, e alla politica del leader ungherese Orban, in particolare in merito alla nuova legge che mette al bando per i minori film, libri o prodotti tv dove sono presenti contenuti Lgbtq.

Ma tiene banco anche la questione dell’inginocchiamento come forma di solidarietà nei confronti del movimento “Black Lives Matter”. Sui social si è acceso un dibattito su quanto avvenuto prima del calcio d’inizio tra Italia e Galles, con solo cinque giocatori azzurri inginocchiati (Toloi, Belotti, Bernardeschi, Emerson Palmieri e Pessina), mentre gli altri sono rimasti in piedi.

Una scena che ha scatenato commenti anche da parte del mondo politico, con Enrico Letta (PD) che l’ha definita “pessima”, invitando tutta la delegazione azzurra ad inginocchiarsi nelle prossime gare (provocando la reazione stizzita di Salvini, ndr).

Letta, a quanto pare, non sarà accontentato. Un confronto interno, definito “pacato”, ha portato ad una scelta definitiva in vista di Italia – Austria, che si disputerà domani alle ore 21 a Wembley: nessun Azzurro si inginocchierà per non ripetere la “divisione” vista sabato scorso. Tuttavia, giocatori e staff della Nazionale continuano a ripetere che l’antirazzismo è un valore imprescindibile, al di là dell’inginocchiarsi o meno.

Un atteggiamento che non viene condiviso dal centrocampista della Nazionale olandese, Georgino Wijnaldum, che ha già fatto sapere di voler indossare una fascia LGBT in occasione della sfida degli ottavi di finale di domenica a Budapest contro la Repubblica Ceca.

Sui vergognosi versi ricevuti da Kylian Mbappè durante Ungheria-Francia, Wijnaldum non usa giri di parole: “Penso che l’Uefa debba proteggerci e, nel caso, intervenire magari fermando la partita. Questa responsabilità non deve competere ai giocatori. Comunque non scarto la possibilità di andarmene dal campo se domenica succederà qualcosa”.

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