I lavoratori stranieri contribuiscono al 9,5% del PIL. Gli effetti benefici della sanatoria

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E’ stato presentato oggi a Roma il decimo Rapporto annuale sull’economia dell’Immigrazione, a cura della Fondazione Leone Moressa.

Tra gli aspetti più interessanti emersi nel report ci sono sicuramente i dati che riguardano la regolarizzazione dei migranti, introdotto nel DL Rilancio dal governo Conte e fortemente sostenuta dal Ministro per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova.

Stando al rapporto annuale, infatti, la cosiddetta “sanatoria 2020” è riuscita a portare nelle casse dello Stato qualcosa come 30 milioni di euro nell’immediato, ma se si sommano le tasse e i contributi dei lavoratori regolarizzati ecco che l’introito può raggiungere i 360 milioni di euro all’anno.

Ma non è tutto, perchè oltre agli effetti positivi della regolarizzazione stranieri dal punto di vista economico, il Rapporto annuale sull’economia dell’Immigrazione si sofferma anche sulla contribuzione dei lavoratori stranieri al Prodotto interno lordo del nostro Paese.

In Italia, gli occupati stranieri (che svolgono principalmente le mansioni meno qualificate, ndr) sono due milioni e mezzo, con una crescita di 600.000 unità nell’ultimo decennio. I lavoratori stranieri generano un Valore aggiunto di 146,7 miliardi di euro, pari al 9,5% del PIL.

Sempre secondo il report, sarebbero in aumento anche le imprese straniere. L’imprenditoria straniera, negli ultimi dieci anni, è cresciuta a vista d’occhio, specialmente proveniente da Paesi come Cina, Marocco, Albania e Romania. Tuttavia, negli ultimi tempi si registra un netto aumento anche di imprenditori pakistani e bengalesi. Le imprese straniere, che lavorano soprattutto nel settore dell’edilizia, producono un valore aggiunto di 125,9 miliardi, pari all’8% del totale.

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