George Floyd, un anno dopo: il ricordo in molte città. Biden: “Ora la legge che porta il suo nome”

Quelle immagini scioccanti, con il ginocchio dell’agente di polizia Derek Chauvin sul collo di George Floyd, e quella frase, “I can’t breathe”, diventata uno slogan che ha segnato una svolta nella storia recente degli Stati Uniti d’America.

E’ passato un anno dall’orrore di Minneapolis, con l’intervento dell’agente di polizia locale che causò la morte del cittadino afroamericano di 46 anni. Otto minuti e 46 secondi che divennero il simbolo dell’ennesimo abuso di potere da parte della polizia USA. Il video straziante fece scoppiare proteste e rivolte in tutto il Paese, con il movimento Black Lives Matter in prima fila. Manifestazioni che hanno certamente avuto un peso anche nelle elezioni presidenziali di novembre, che hanno visto la sconfitta del presidente uscente Donald Trump e il trionfo del democratico Joe Biden.

Martedì 20 aprile 2021 Chauvin è stato condannato per omicidio, con la giuria che lo ha ritenuto colpevole per tutti e tre i capi di accusa, compreso l’omicidio colposo preterintenzionale, ritenuto il più grave.

Oggi, ad un anno da quella terribile vicenda, Joe Biden ha voluto incontrare i familiari di George Floyd nello Studio Ovale, ribadendo la necessità da parte del Congresso di approvare il prima possibile la legge di riforma della polizia che porterà proprio il nome del cittadino afroamericano barbaramente assassinato da Derek Chauvin.

“Per ottenere un cambiamento reale – ha detto il Presidente degli Stati Uniti – dobbiamo avere un sistema di responsabilità quando i poliziotti violano il loro giuramento e dobbiamo costruire una fiducia durevole tra la vasta maggioranza degli uomini e delle donne che indossano con onore il distintivo e le comunità che hanno giurato di servire e proteggere. Possiamo e dobbiamo avere sia la responsabilità che la fiducia nel nostro sistema giudiziario”.

In molte città statunitensi si sono svolte celebrazioni alla memoria di George Floyd. Bill De Blasio, sindaco di New York, si è inginocchiato per il tempo esatto passato da Floyd con il ginocchio di Chauvin sul suo collo. Manifestazioni si sono svolte anche a Los Angeles e ovviamente a Minneapolis, dove si è tenuto un festival all’aperto proprio all’incrocio dove si è consumata la barbarie, tra la 38esima e Chicago Avenue.

error: Content is protected !!