Uccise il politico “pro-migranti”, neonazista condannato all’ergastolo

stephan ernst luebcke

Un omicidio barbaro, spietato, messo a segno sulla base dell’odio razziale. E’ stato condannato all’ergastolo Stephan Ernst, il neonazista che nel 2019 assassinò il politico tedesco Walter Luebcke.

Reo confesso, Ernst è stato condannato al carcere a vita dal tribunale di Francoforte, che ha definito il caso come il “primo omicidio politico da parte dell’estremismo di destra” dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Il movente che ha spinto Ernst, 47 anni, ad uccidere Luebcke va ricercato proprio nelle posizioni moderate e aperte del politico tedesco, che aveva più volte espresso il suo favore in merito alle politiche di accoglienza dei migranti. Tutto questo nonostante l’appartenenza del 65enne alla CDU, il partito conservatore di Angela Merkel.

Ernst uccise Luebcke sulla terrazza della sua abitazione di Wolfhagen, piccola città situata nel nord dell’Assia, sparandogli alla testa con un’arma da fuoco.

Le analisi del DNA sul luogo del delitto incastrarono l’assassino, che venne arrestato all’incirca due settimane dopo. Nel giro di pochi giorni la resistenza di Ernst crollò: l’uomo confessò di aver assassinato il politico della CDU proprio per le sue posizioni “pro-migranti”.

Anche dopo l’omicidio, sul web sono comparsi molti insulti a Luebcke per le sue politiche a favore dell’accoglienza. Alcuni utenti hanno anche inneggiato al gesto di Stephan Ernst, a dimostrazione di come il neonazismo in Germania sia un pericolo crescente.

error: Content is protected !!