Non ripete correttamente il giuramento, cittadinanza negata

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Sta facendo molto discutere quanto è successo a Pontoglio, in provincia di Brescia. Una donna marocchina, in Italia dal 2003, non ha ottenuto la cittadinanza italiana poiché le è stata negata non avendo saputo dire in italiano il giuramento previsto per legge al momento del conferimento della cittadinanza.

In particolare la signora, che aveva presentato richiesta di cittadinanza italiana già da 15 anni, non ha saputo pronunciare e dire in italiano la formula: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato».

Alla donna è stata negata la cittadinanza ed è stata invitata a presentarsi nuovamente fra due mesi per tentare di pronunciare il giuramento. Alessandro Pozzi, il sindaco di Pontoglio, ha spiegato con un lungo post su Facebook ciò che è successo.

Il sindaco infatti ha dichiarato che non solo la signora non era stata in grado di dire la formula obbligatoria, ma non aveva nemmeno capito la richiesta di pronunciarla che le era stata fatta, nonostante sia stata ripetuta per tre volte. Pozzi ha detto di aver voluto condividere l’accaduto con i cittadini nella massima trasparenza.

«Come vostro rappresentante, e ancor prima come pubblico ufficiale, è mio dovere udire il giuramento dell’intervenuto. Questa signora, dopo tre richieste, non è riuscita a pronunciarlo», ha spiegato il sindaco, il quale ha aggiunto che la negazione della cittadinanza è stata purtroppo una conseguenza inevitabile.

Alessandro Pozzi inoltre ha aggiunto che la donna, dopo oltre vent’anni in Italia, non è riuscita nemmeno a rispondere a semplici domande, ad esempio “come ti chiami?“. Questo secondo il sindaco solleva molte preoccupazioni e domande sul tema dell’integrazione.

Secondo il sindaco, pur avendo presentato richiesta 15 anni fa, la signora in questione non ha mai dimostrato di volersi integrare non prendendo parte nemmeno ai corsi offerti gratuitamente per imparare la lingua.

«La cittadinanza italiana è un traguardo importante, non è solo un atto burocratico ma una promessa di rispetto reciproco e amore per la nostra nazione e richiede un impegno profondo nel volersi veramente integrare», ha concluso il sindaco.

Secondo Pozzi, infatti, la negazione della cittadinanza è stato un gesto di rispetto anche verso i cittadini stranieri che si sono perfettamente integrati in Italia, apprendendo anche la lingua.

Sicuramente però quanto è successo è destinato a dividere l’opinione pubblica, non soltanto locale.

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