Rifugiati ucraini, l’Italia pronta ad accoglierli: “Abituati alle emergenze, faremo rete”

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Anche l’Italia si prepara ad accogliere i tantissimi profughi che hanno dovuto obbligatoriamente lasciare l’Ucraina in seguito all’invasione russa.

Dalle prime stime sembra che i rifugiati ucraini siano già circa 700.000 e sono ovviamente destinati a salire nei prossimi giorni. Numeri elevatissimi, a cui anche l’Italia è chiamata a rispondere, come ha sottolineato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.

“L’Italia è abituata a gestire situazioni anche emergenziali, con la rete delle prefetture, il mondo dell’associazionismo, i comuni, faremo fronte a tutte le necessità che si presenteranno”, ha detto la responsabile del Viminale entrando in Consiglio Affari Interni.

Proprio per via dell’imponente mole di profughi ucraini, Lamorgese si augura che il Consiglio possa approvare la proposta della Commissione in merito alla direttiva della protezione temporanea, nota come Direttiva 55/2001/CE, fin qui mai applicata.

La direttiva, ideata negli anni ’90 in seguito ai conflitti nell’ex Jugoslavia e varata nel 2001 all’indomani della guerra in Kosovo, prevede un dispositivo eccezionale per garantire “una protezione immediata e temporanea nel caso di afflusso massiccio nell’UE di sfollati”, vale a dire cittadini stranieri o apolidi “che hanno dovuto abbandonare il loro paese d’origine (o sono stati evacuati) e non possono rientrarvi, in particolare per guerra, violenze, violazioni dei diritti umani”.

Tramite la direttiva di protezione internazionale, agli sfollati viene concesso un permesso di soggiorno e l’accesso all’istruzione e al mercato del lavoro.

La protezione ha durata di un anno ma può essere prorogata fino a due anni oltre il primo, per un massimo di 3 anni. La protezione internazionale cessa al termine della durata massima oppure se il Consiglio accerta e decide – in qualsiasi momento, a maggioranza qualificata e su proposta della Commissione (anche su richiesta di uno Stato Membro) – che la situazione nel paese d’origine consente un rimpatrio sicuro e stabile.

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