Regolarizzazione lavoratori stranieri, solo lo 0,7% ha ottenuto il permesso di soggiorno

passeur arrestati ventimiglia

L’obiettivo della regolarizzazione dei lavoratori stranieri, nelle intenzioni dell’ex ministra per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova, e più in generale del governo “Conte bis” (ora sostituito dal governo Draghi, ndr) era quello di consentire una forte emersione dal lavoro nero, specialmente nel settore dell’agricoltura dove il caporalato continua ad essere una terribile piaga.

Tuttavia, come noto, delle 207.000 domande di regolarizzazione pervenute al Viminale meno del 15% hanno riguardato il settore agricolo, mentre la stragrande maggioranza delle richieste proveniva da colf e badanti.

Ma i problemi, a quanto pare, non finiscono qui. Come riportato anche dal quotidiano “La Repubblica”, sono finora pochissime le domande che hanno completato il procedimento con l’ottenimento del permesso di soggiorno da parte dei lavoratori richiedenti.

Ad oggi sono stati regolarizzati solo 1.480 lavoratori stranieri, per una percentuale dello 0,7% che non può non essere visto come un risultato profondamente negativo.

I dati non migliorano se si guarda alle domande nella fase finale della procedura: al 16 febbraio sono solo il 5%.

In più, in una quarantina di Prefetture non si è giunti neppure alle convocazioni, con le pratiche ancora ferme alla fase istruttoria. Tutto questo nonostante siano passati sei mesi dal termine ultimo per l’inoltro delle domande di regolarizzazione.

Sono quindi in 200.000 ad attendere di sapere se la propria domanda andrà a buon fine, come sottolineano i promotori della campagna “Ero Straniero”.

Le situazioni peggiori sono quelle nelle grandi città, come ad esempio a Milano, dove su 26.000 domande non si è ancora giunti ad alcuna convocazione.

Una situazione che crea forti problemi non solo dal punto di vista lavorativo e quindi strettamente economico, ma anche in termini di tutele: basti pensare che la mancata regolarizzazione comporta conseguenze pesanti anche dal punto di vista della campagna vaccinale anti-Covid.

Per farla breve, tutti questi lavoratori rischiano di rimanere esclusi dal vaccino, mettendo quindi a forte rischio la propria salute.

La richiesta delle associazioni al Ministero dell’Interno è quindi di intervenire immediatamente, rilanciando la proposta di legge di iniziativa popolare.

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