Passaporto vaccinale, più di un nodo. Sicurezza eccessiva e ragioni etiche frenano il “Green Pass”

passaporto vaccinale

La Commissione Europea vuole arrivare il prima possibile ad una struttura condivisa da tutti gli Stati membri dell’UE per il passaporto vaccinale, ovvero la misura che consentirebbe ai viaggiatori europei di tornare a muoversi liberamente in Europa.

Il passaporto vaccinale avrebbe la funzione non solo di ripristinare gli spostamenti, ma anche di salvare il settore del turismo, letteralmente messo in ginocchio dalla pandemia di coronavirus. Il crollo dell’estate 2020 è stato roboante, e i timori di un “bis” in vista della stagione estiva fanno correre ai ripari.

Tuttavia, il passaporto vaccinale o “Green Pass” (che consentirebbe lo spostamento non solo a chi ha ricevuto il vaccino anti-Covid, ma anche a coloro che sono stati già colpiti dal virus o che si sono sottoposti ad un tampone molecolare con esito negativo, ndr) suscita ancora diverse perplessità per una serie di motivi.

Sebbene ormai i Paesi dell’UE siano d’accordo sull’introduzione della misura, persistono delle differenze sulla modalità di applicazione e anche sulle tempistiche. Per la Germania potrebbe andare bene approvarlo anche prima dell’estate, mentre la Francia sembra su una posizione più cauta.

Il timore di Macron (e non solo) è che il passaporto vaccinale possa infondere una sensazione di eccessiva sicurezza. I vaccini sembrano confermare un’elevata protezione dal contagio, ma non sono garanzia di immunità totale e non è ancora chiara la loro effettiva capacità di interrompere la trasmissione del virus. Inoltre, la loro efficacia contro le varianti che stanno insorgendo in questi mesi è ancora incerta, così come non sembrano esserci pareri unanimi sulla durate dell’immunità stessa.

Assieme alle perplessità dal punto di vista tecnico e scientifico emergono anche dubbi etici sul passaporto vaccinale. Il fatto che per viaggiare diventi necessario avere il Green Pass potrebbe essere visto come una “spinta” a vaccinarsi se si vogliono raggiungere determinate mete.

Una situazione che non favorirebbe di certo i più giovani, che sono tra le ultime categorie che riceveranno il siero anti-Covid; inoltre, questa situazione potrebbe scatenare un meccanismo che vedrebbe i più ricchi pronti ad acquistare il vaccino, qualora venisse consentita questa eventualità. In poche parole, la vaccinazione diventerebbe un privilegio per chi se lo può permettere.

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