Lo Ius Scholae arriva alla Camera, Save the Children: “Occasione da non mancare”

ius scholae

Arriva quest’oggi alla Camera la proposta di legge Ius Scholae, presentata dal deputato Giuseppe Brescia (M5S) e sostenuta non solo dai pentastellati, ma anche da PD, Liberi e Uguali, Italia Viva e Forza Italia. Il provvedimento viene invece duramente osteggiato da Lega e Fratelli d’Italia, che si sono messi di traverso già in Commissione Affari Costituzionali, presentando moltissimi emendamenti.

Proprio in vista della discussione alla Camera, l’organizzazione Save the Children – attiva da oltre 100 anni per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro – ha voluto lanciare un appello, richiamandosi alla responsabilità dei deputati e dei senatori affinché lo Ius Scholae (che riconosce la cittadinanza italiana ai figli di persone straniere nati o cresciuti in Italia dopo aver completato 5 anni di scuola, ndr) diventi legge entro la fine di questa legislatura.

“L’attuale legge sulla cittadinanza del 1992 di regola non prevede che le bambine e i bambini figli di genitori stranieri, nati in Italia o giunti nel nostro Paese, possano acquisire la cittadinanza italiana prima della maggiore età – si legge nell’appello di Save the Children – Questo significa che i bambini e le bambine che hanno genitori stranieri e che sono nati o sono giunti in Italia da piccoli debbano vivere gli anni decisivi della crescita condividendo con i compagni di scuola tutti gli interessi, le passioni e l’attaccamento alla propria comunità locale senza essere considerati “italiani” a tutti gli effetti, a causa di una legge ormai superata nei fatti”.

D’altronde, come emerge nei dati forniti dalla stessa organizzazione, nell’anno scolastico 2019/2020 sono stati 877.000 gli alunni con cittadinanza non italiana che hanno frequentato le scuole italiane, circa 20.000 in più rispetto all’anno precedente: in tutto, parliamo del 10,3% degli iscritti nelle scuole italiane.

“Il 57,4% di loro, presenti nel sistema di istruzione, si concentra nel primo ciclo – aggiunge Save the Children – Si osserva inoltre che, dopo una fase di rallentamento, negli ultimi quattro anni scolastici (dal 2016/2017) il numero di alunni con cittadinanza non italiana ha ripreso a crescere, mentre diminuiscono gli studenti italiani”.

Le scuole non coinvolte nel fenomeno migratorio sono sempre meno, mentre aumentano gli istituti scolastici che hanno il 30% o più di alunni con origine immigrata. “Tra gli alunni con origine migratoria i nati in Italia sono aumentati di 20mila unità – fa sapere l’organizzazione – raggiungendo il 65,4% di essi (570mila presenze). Le quote più alte si ritrovano tra i più piccoli, nelle scuole dell’infanzia, dove la percentuale sale all’82%”.

“Assicurare che si sentano pienamente cittadini della comunità in cui crescono è fondamentale per garantire ai bambini e alle bambine – oggi stranieri solo per le anagrafi – una piena condivisione dei diritti e delle opportunità dei loro coetanei”, afferma Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-EU di Save the Children, che poi aggiunge: “La discussione del disegno di legge di modifica alle norme sulla cittadinanza in Parlamento è una occasione che non può essere mancata”.

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