Crisi di governo, lo Ius Scholae rischia grosso: gli scenari in caso di ritorno al voto

ius scholae

La crisi di governo è ormai acclarata, con il premier Mario Draghi che ha rassegnato le dimissioni dopo lo strappo del Movimento 5 Stelle, che ha deciso di non essere presente alle Camere in occasione del voto di fiducia sul DL Aiuti.

Le dimissioni del Presidente del Consiglio sono già state respinte dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha chiesto a Draghi di recarsi mercoledì alle Camere e verificare l’esistenza di una maggioranza per proseguire fino alle prossime elezioni.

Tuttavia, la giornata di mercoledì si prospetta molto complicata per l’esecutivo, dato che le forze di centrodestra (in particolare Lega e Fratelli d’Italia) stanno accarezzando l’idea di staccare definitivamente la spina al governo Draghi e tornare alle urne.

L’alternativa è un governo che traghetti la legislatura fino al voto e metta al sicuro alcuni provvedimenti essenziali per il Paese. Si è fatto il nome di Giuliano Amato, che terminerà ai primi di settembre il suo mandato come presidente della Corte Costituzionale, ma anche in questo caso la strada appare molto in salita.

Comunque andrà a finire, la crisi di governo rischia di far slittare ulteriormente alcune misure che erano pronte per essere discusse in Parlamento. Tra queste spicca lo Ius Scholae, ovvero la proposta di legge presentata da Giuseppe Brescia (Movimento 5 Stelle) che prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana per i giovani con background migratorio nati in Italia o arrivati prima del compimento dei 12 anni che risiedano legalmente e che abbiano frequentato regolarmente almeno 5 anni di studio nel nostro Paese, in uno o più cicli scolastici.

Una proposta di legge che trova il parere favorevole non solo del M5S, ma anche di PD, Italia Viva, Liberi e Uguali e pare anche Forza Italia, che tuttavia aveva chiesto alle forze di centrosinistra di non forzare la mano sullo Ius Scholae e di ascoltare le posizioni forziste.

Nettamente contrari, invece, Lega e Fratelli d’Italia, che temono che il provvedimento sia solo un escamotage per elargire la cittadinanza italiana senza distinzioni.

Già nelle settimane precedenti, con le fibrillazioni in corso nella maggioranza, lo Ius Scholae era passato da priorità a questione secondaria, destinata a slittare a settembre. In caso di ritorno al voto la nuova legge sulla cittadinanza rischia di finire ancora più nelle retrovie.

error: Content is protected !!