La tragica fine del giovane Abou, dimenticato da tutti sulla nave quarantena. Aveva solo 15 anni

Si chiamava Abou, aveva 15 anni e proveniva dalla Costa d’Avorio. Si trovava in isolamento sulla nave quarantena Allegra, ma le sue condizioni di salute sono peggiorate giorno dopo giorno. Fino al momento in cui Abou è stato finalmente trasportato in ospedale.

Ma ormai per il 15enne era troppo tardi. Troppo denutrito e in condizioni fisiche estremamente precarie: Abou è morto il 5 ottobre, dopo essere stato dimenticato da tutti.

La ONG spagnola Open Arms ha cercato di ricostruire gli ultimi giorni di vita del povero ivoriano, da quel 17 settembre in cui aveva cominciato ad avvertire febbre e dolori lombari. Il tampone rileva che il giovane è negativo al Covid-19.

Un primo intervento medico sembra funzionare. Ma il giorno dopo Abou viene trasferito sulla Allegra, dove dovrà rimanere in quarantena per 14 giorni. Per dieci lunghi giorni nessuno visiterà più il 15enne, fino al 28 settembre, quando sono i suoi compagni ad avvisare un medico perchè “preoccupati delle sue condizioni”.

“Il paziente è apiretico, apparentemente disorientato, poco collaborante. All’ispezione sono visibili numerose cicatrici verosimilmente conseguenti a torture. Il pazienta lamenta dolore in sede lombare bilaterale”, si legge nel referto medico, dove viene sospettato anche un coinvolgimento renale.

Finalmente Abou viene portato d’urgenza nell’ospedale Cervello di Palermo, dove i medici non sono riusciti comunque a comunicare con il 15enne. Sabato il ragazzo è entrato in coma. Trasferito all’ospedale Ingrassia per mancanza di posti, è deceduto nella giornata di lunedì 5 ottobre.

La sociologa Alessandra Puccio, nominata tutrice del 15enne dal tribunale dei minori, ha detto di voler andare fino in fondo per accertare eventuali responsabilità. “Mi hanno detto che per giorni c’è stato solo un medico per i 600 migranti della nave quarantena, oggi ne è arrivato un altro. Quello che è accaduto non deve verificarsi più”.