Ius Soli, il PD vuole approvarlo “entro il 2021”

La “frustata” del Financial Times, che ha criticato duramente l’Italia per le sue leggi sulla cittadinanza (definite dalla testata britannica “le più dure d’Europa”, ndr), ha provocato i suoi effetti all’interno della politica di casa nostra.

Il Partito Democratico ritiene che non ci sia più tempo da perdere e che sia arrivato il momento di approvare finalmente lo Ius Soli.

I “Dem” vorrebbero riaprire la discussione in Parlamento già a settembre, con l’obiettivo di arrivare all’approvazione da parte di una delle due Camere entro la fine dell’anno, come chiaramente espresso dal deputato del PD, Enrico Borghi.

Al momento, le proposte di legge depositate alla Camera sono tre. Se per quelle che portano la firma di Laura Boldrini e Matteo Orfini la strada sembra un po’ più stretta, l’ampia convergenza si potrebbe trovare nella proposta di legge presentata da Renata Polverini (Forza Italia), che fa riferimento allo Ius Scholae.

Per farla breve, la proposta della Polverini garantirebbe la cittadinanza italiana ai minori che hanno portato a termine almeno un ciclo di studi. Un compromesso che sembra aver trovato già il riscontro positivo del Movimento 5 Stelle e di LeU.

D’altronde, la cosiddetta alleanza progressista tra PD, M5S e LeU spinge da tempo per una soluzione che consenta di tutelare i minori senza cittadinanza, e i recenti trionfi degli atleti azzurri alle Olimpiadi di Tokyo hanno dato nuova linfa al dibattito. Restano fortemente contrari i partiti sovranisti Lega e Fratelli d’Italia, mentre pezzi di Forza Italia hanno mostrato aperture.

Italia Viva, invece, ritiene sia meglio avere la giusta cautela: per il partito fondato da Matteo Renzi la questione dello Ius Soli/Ius Scholae non deve diventare “una battaglia ideologica”.

“Se finisce per diventare una battaglia utile alla destra o alla sinistra per parlare al proprio elettorato, è chiaro che andrà a finire con un nulla di fatto”, ha detto Ettore Rosato, coordinatore di IV.