Decreto Flussi, carenza di personale: prefetture e questure sotto stress

Le quote stabilite dal nuovo Decreto Flussi per l’ingresso nel nostro Paese di lavoratori stranieri sono in tutto 82.705, con il via alle domande stabilito per il prossimo 27 marzo.

Tuttavia, a poco più di tre settimane dal click day, sta emergendo un grosso problema che riguarda la gestione di tutti questi permessi di lavoro, che vanno a sommarsi agli iter della sanatoria 2020 per lavoratori domestici e agricoli ancora in fase di stallo.

Le questure e le prefetture, infatti, rischiano di non essere in grado di ottemperare a tutte le richieste, specialmente in grandi città come Milano, Roma e Napoli: oltre al grosso numero delle domande, bisogna infatti tenere conto del continuo arrivo di profughi dall’Ucraina (circa 2.000 al mese), dove la guerra prosegue senza soluzione di continuità.

Lo stress per Prefetture e Questure diventa ancora più grave dopo la fine del contratto dei 1.200 lavoratori in somministrazione, prorogato più volte e arrivato al termine il 31 dicembre 2022. La Corte dei Conti ha chiesto di non proseguire con le proroghe e per questo è partita la procedura per affidare i contratti ad una o più agenzie del lavoro, ma prima di giugno non avverrà alcun ingresso dei lavoratori somministrati.

L’unica nota lieta che fa respirare gli uffici è la proroga di 169.000 permessi di soggiorno per protezione temporanea ai rifugiati ucraini fino al 31 dicembre 2023.

Le Questure sembrano quelle più in difficoltà, come emerge anche dalla lentezza nel rilascio dei passaporti, ma anche le prefetture ‘boccheggiano’.

Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno sono attualmente impiegate 15.975 persone in organico, ma per soddisfare a pieno le esigenze ne servirebbero almeno 22.000. Una carenza che investe anche la Polizia, in particolare il personale che opera nelle questure al fianco dei dipendenti civili: oggi sono solo 96.000 le persone in organico, chiamate a svolgere anche funzioni di presidio del territorio.

Nel frattempo gli oltre mille lavoratori in somministrazione inseriti nel 2020 per far fronte alla sanatoria riguardante lavoratori domestici e braccianti agricoli sono a casa, in attesa che venga riavviata la gara tra agenzie per un nuovo inserimento negli uffici.

Ma chi ha avuto già l’impiego può rientrare in automatico?

Non è così, come sottolinea al Sole 24 Ore il coordinatore nazionale Cisl Fp per il Ministero dell’Interno, Paolo Bonomo. Tuttavia lo stesso Bonomo tiene a precisare che l’avviso del Viminale fa chiaro riferimento alla capacità di svolgere le attività previste.

Pertanto i lavoratori già impiegati dovrebbero essere reinseriti, anche se nel frattempo in molti – come evidenzia Bonomo – avranno trovato un altro lavoro.

L’obiettivo è l’inserimento di 550 lavoratori nelle Questure e 570 nelle Prefetture, precisamente negli Uffici Immigrazione, per una durata di sette mesi: i contratti potranno poi essere estesi per altri sei mesi.

Per arrivare ad una certa stabilità di assunzione di questi dipendenti sono sempre più necessari i concorsi.

Adelaide Benvenuto, coordinatrice nazionale Fp Cgil, afferma sempre al Sole 24 Ore che la carenza di personale negli uffici del ministero dell’Interno “oscilla intorno al 30% degli organici previsti”. Secondo Benvenuto i concorsi “si stanno svolgendo, ma l’ingresso avviene in tempi lunghi rispetto alle esigenze”.

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