Costringe la fidanzata a sposare un tunisino per il permesso di soggiorno: 30enne condannato

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Per aiutare un amico ad ottenere il permesso di soggiorno avrebbe costretto la sua fidanzata a sposarlo, ‘vendendola’ all’interessato al prezzo di 4.000 euro.

Ha davvero dell’incredibile quanto accaduto a Lugo, in provincia di Ravenna, dove il principale protagonista di questa vicenda è stato condannato dal tribunale a due anni e mezzo di reclusione e 1.500 euro di multa.

Al momento non si conoscono le generalità della 32enne italiana, né del 30enne tunisino con il quale la giovane era stata costretta a sposarsi. L’ex fidanzato della ragazza, Bendaoud Samih, 29enne di nazionalità marocchina ma residente a Lugo, era già stato indagato due anni fa ma successivamente assolto per insufficienza di prove.

Il giudice Federica Lipovscek, in base alle prove raccolte e alle testimonianze, ha inflitto al marocchino (che in un primo momento aveva fatto perdere le sue tracce, ndr) una pena inferiore di due mesi rispetto a quanto chiesto dalla Procura.

La difesa del 29enne aveva invece chiesto l’assoluzione, dato che l’accusa è di circonvenzione d’incapace: per i legali del marocchino, infatti, Bendaoud Samih non avrebbe potuto accorgersi della lieve limitazione cognitiva poi riscontrata sulla giovane.

Ma la verità che è emersa dalle indagini racconta un’altra storia. Nel 2016, infatti, il marocchino aveva costretto la 32enne italiana a sposarsi facendo proprio leva sulla sua vulnerabilità psicologica, che la rendeva particolarmente suggestionabile.

Grazie a ciò, il 29enne è riuscito a convincere la sua fidanzata a sposare il tunisino, senza che i genitori della giovane sapessero nulla. La somma pattuita tra i due uomini era di 4.000 euro. In seguito alle nozze, celebrate nel comune di Bagnocavallo, il tunisino è riuscito ad ottenere il permesso di soggiorno.

Tuttavia, proprio i genitori della giovane sono riusciti a scoprire cosa era accaduto e a lanciare l’allarme: nella camera della ragazza, infatti, la madre e il padre hanno trovato l’attestato civile. Immediata la denuncia alle forze dell’ordine, che hanno subito aperto le indagini fino a scoprire l’intera truffa.

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