Vaccino Covid agli stranieri senza permesso di soggiorno, indispensabile una riforma

La mancata vaccinazione degli stranieri irregolari presenti nel territorio italiano, molti dei quali in attesa della regolarizzazione, potrebbe causare seri ostacoli all’obiettivo dell’immunità di gregge, indispensabile per vincere la battaglia contro il Covid-19.

Un allarme ormai lanciato da diverse settimane, per non dire mesi, dove si evidenzia come circa 700.000 immigrati da Paesi extra UE corrano il serio rischio di rimanere fuori dalla campagna di vaccinazione nonostante, la tessera sanitaria provvisoria, ovvero il codice fiscale provvisorio rilasciato dalla Questura che consente l’accesso alle cure.

Come stabilito dall’Istituto Superiore della Sanità sull’accesso alle cure della persona straniera, anche le persone non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno hanno diritto a ricevere cure ambulatoriali e di ricovero.

Tuttavia, come sottolineato più volte anche da organizzazione come “Ero Straniero“, troppo spesso la tessera sanitaria provvisoria non permette la prenotazione della data di vaccinazione.

Fatta eccezione per l’Emilia Romagna, le restanti piattaforme regionali, infatti, richiedono il codice fiscale e il numero di tessera sanitaria, senza estendere l’accesso anche ai codici STP (se extracomunitari), ENI (se comunitari) e ai permessi di soggiorno temporanei.

Una situazione che mette a rischio soprattutto colf e badanti ancora in attesa della regolarizzazione, dato che le lavoratrici del settore domestico sono quelle maggiormente a contatto con persone anziane e fragili.

L’Associazione medici di origine straniera in Italia (AMSI) propone come soluzione la tessera TPC (Tessera Prevenzione Covid) da destinare ai migranti.

“Una tessera – si legge nel comunicato – con la data di nascita e il paese di origine per i migranti , rifugiati senza permesso di soggiorno e per cittadini UE con il tesserino (ENI). Per poter partecipare senza barriere burocratiche, alla campagna di vaccinazione, alle cure e alla prevenzione da parte di tutti i cittadini sia regolare che irregolari“.