UE dice sì a Sputnik, svolta per il Green Pass. Coldiretti: “Italia lo riconosca subito”

La decisione dell’Unione Europea sul vaccino russo Sputnik può contribuire a migliorare notevolmente la situazione di molti lavoratori stranieri che non riescono ancora ad ottenere il Green Pass.

Come noto, in alcuni settori come quello domestico e quello agricolo la percentuale di lavoratori e lavoratrici che si sono sottoposte alla vaccinazione anti-Covid con lo Sputnik è piuttosto alta. Per loro, al momento, non è consentito accedere alla certificazione verde, in quanto il vaccino russo non è ancora riconosciuto.

Tuttavia le cose stanno per cambiare. Come precisato dal portavoce della Commissione Europea, Christian Wigand, ogni Stato dell’UE può decidere in autonomia se riconoscere il vaccino Sputnik.

Siamo quindi ad una svolta, come sottolinea anche la Coldiretti, che chiede che il vaccino Sputnik venga immediatamente riconosciuto in Italia.

La maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana fa infatti presente che nel settore agricolo all’incirca la metà dei lavoratori stranieri (circa 180.000 in tutto) proviene da Paesi dove è stato autorizzato il vaccino russo, senza dimenticare un’altra parte di lavoratori vaccinata con l’antidoto cinese Sinovac.

“Con quasi un lavoratore agricolo straniero su due che proviene da Paesi in cui è stato autorizzato il vaccino Sputnik – precisa la Coldiretti – l’apertura dell’Unione europea è importante per garantire la regolarità dell’attività nelle campagne dove sta per finire la vendemmia mentre è all’inizio la raccolta delle olive”.

L’Italia, fa presente la Coldiretti, ha già intrapreso questa strada riconoscendo la validità dello Sputnik inoculato ai cittadini di San Marino: pertanto si tratterebbe solo di “estendere” questo riconoscimento.

L’associazione si sofferma poi sul fatto che più di un quarto del Made in Italy che finisce sulle nostre tavole viene ottenuto da mani straniere: “Lavoratori provenienti da ben 155 Paesi diversi hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo il 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore – aggiunge la Coldiretti – Per la grande maggioranza si tratta di lavoratori che – spiega Coldiretti – spesso da anni collaborano per garantire professionalità ed esperienza alle imprese agricole italiane e che ogni anno attraversano il confine per poi tornare nel proprio Paese”.

Pertanto, per garantire l’adeguata copertura degli organici necessari a salvare i raccolti, l’associazione ritiene urgente introdurre “strumenti flessibili, concordati con i sindacati, che consentano a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi”.

Infine, Coldiretti considera prioritaria anche la proroga dei permessi di soggiorno ai lavoratori stagionali extracomunitari già presenti in Italia, oltre alla celere pubblicazione del decreto flussi 2021.

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