Suicidio Adelina Sejdini, la famiglia chiede giustizia

adelina sejdini

La famiglia di Adelina Sejdini, la donna che si è tolta la vita dopo che lo Stato non ha voluto darle la cittadinanza italiana, ha deciso di presentare un esposto in Procura inserendo anche i video su Facebook dove Adelina annuncia il suicidio.

I familiari vogliono che vengano fatti chiarimenti su tutta la vicenda, in modo che la donna possa avere giustizia.

La sorella Ermira, in un’intervista rilasciata alla redazione pavese del quotidiano “Il Giorno”, ha precisato che Adelina era molto di più di un’ex prostituta, come viene descritta dai media: “Era una donna coraggiosa che voleva diventare italiana – afferma la sorella – Dobbiamo restituirle la dignità che non ha avuto in vita”.

Nel video dove annuncia il suo gesto estremo, Adelina è avvolta in una bandiera tricolore, proprio per dimostrare un’ultima volta quanto desiderasse ottenere quella cittadinanza italiana che le avrebbe permesso di vivere in Italia e non tornare in Albania.

La donna, infatti, aveva collaborato con le forze dell’ordine contribuendo a far venire alla luce un giro di prostituzione che si estendeva in tutta Italia. Le sue rivelazioni hanno portato all’arresto di decine di persone, tutte appartenenti ad una rete criminale.

Per questo, quando ad Adelina hanno tolto lo status di apolide assegnandole la cittadinanza albanese, la donna ha visto spalancarsi le porte del baratro: “Se torno in Albania mi ammazzano”, aveva detto lei stessa al programma “L’Aria che tira” su La7.

Adelina ha quindi deciso di recarsi a Roma per chiedere disperatamente alle istituzioni di concederle la cittadinanza italiana.

La donna lottava anche con una forma di tumore molto debilitante: una commissione medica le aveva assegnato l’invalidità del 100%, ma senza la cittadinanza italiana diventava per lei impossibile anche trovare un alloggio adeguato.

La donna voleva un incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, o quantomeno con un funzionario del Ministero dell’Interno. Percependo l’indifferenza dello Stato, Adelina si è data fuoco in piazza a Roma lo scorso 28 ottobre, riportando gravi ustioni.

Ricoverata in ospedale nella Capitale, si è uccisa prima di fare rientro a Pavia, lanciandosi dal Ponte Garibaldi il 6 novembre scorso: il giorno precedente le avevano notificato un foglio di via, nonostante la sua ennesima protesta al Viminale.

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