Sono i migranti i più colpiti dalla pandemia. Sfruttamento dilagante, esposizione a contagio, rischio licenziamento

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Il Dossier Statistico Immigrazione 2020 ha messo in evidenza come i più colpiti dalla pandemia siano stati proprio i migranti, in termini non solo di salute, ma soprattutto di indebolimento dei diritti e di perdita del lavoro.

Il report, realizzato dal centro studi e ricerche Idos in partenariato con il centro studi Confronti e giunto alla sua trentesima edizione, chiarisce come la maggiore esposizione al contagio comporta una serie di problematiche enormi, specialmente dal punto di vista lavorativo.

Una situazione che appare particolarmente evidente nel settore agricolo, dove lo sfruttamento dei migranti ha raggiunto picchi elevatissimi. La regolarizzazione, fortemente voluta dal ministro per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova, non ha prodotto risultati positivi in agricoltura, nonostante avesse l’obiettivo di far emergere dal lavoro nero moltissimi braccianti.

Lo sfruttamento nelle campagne è ormai dilagante, come rivela anche uno studio di Eurispes. I lavoratori soggetti a condizioni di lavoro irregolari sarebbero almeno il 20%. Nel report viene segnalato un aumento delle ore di lavoro giornaliere (che in alcuni casi arrivano addirittura ad essere 15, ndr) ma anche il numero di ore di lavoro non registrate. Inoltre, la paga sarebbe nettamente diminuita in questi mesi di emergenza sanitaria.

Per questo, proprio coloro che una determinata parte politica additava come “untori” si rivelano la fascia più debole e maggiormente sfruttata. Tutto questo nonostante il 30% degli immigrati in età lavorativa, come evidenziato dal report, è impiegato proprio nei settori chiamati a contrastare la pandemia di Covid-19: oltre al comparto agroalimentare, molti stranieri lavorano nella sanità e nei servizi di cura alla persona.

“Tra i timori di nuove ondate di infezioni e le avvisaglie di una crisi economica senza precedenti – afferma il Dossier Statistico Immigrazione 2020 – sono proprio questi lavoratori, tra i più esposti al contagio, che rischiano di essere i più colpiti da licenziamenti, restrizioni negli spostamenti e lockdown”.

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