Scadono i permessi di soggiorno per i profughi ucraini: ancora nessuna soluzione

A due anni di distanza dall’invasione russa in Ucraina, sono 4 milioni e 300 mila i permessi di soggiorno rilasciati dai diversi Stati membri dell’Unione Europea per i cittadini ucraini che sono fuggiti dalla guerra.

Però, come fatto notare in una lettera aperta alle istituzione Ue da Oxfam e da altre 130 organizzazioni europee, siamo ora entrati nell’ultimo anno di validità del permesso di soggiorno che, a marzo 2025, è destinato alla scadenza.

Per il momento, nulla si è mosso a livello europeo, rendendo concreta la possibilità che milioni di persone possano ritrovarsi senza permesso di soggiorno in un momento in cui la guerra sta ancora infuriando in Ucraina.

A giugno, inoltre, avverranno le elezioni per il Parlamento Europeo, perciò è improbabile che delle decisioni cruciali possano essere prese ora.

Tra l’altro, per moltissime soluzioni è già troppo tardi, visto che la modifica delle normative europee comporta un periodo di tempo lungo per entrare in vigore, e non si riuscirebbe a rispettare l’anno di scadenza che manca.

Un’ipotesi è quella di ampliare il campo di applicazione della Direttiva Soggiornanti di Lungo Periodo, affrontando la situazione come ci si trovasse di fronte ad un alto numero di sfollati. Vista l’unanimità che questa misura richiederebbe, appare però improbabile.

La possibilità più concreta al momento è che ogni Stato possa decidere per sé, creando quindi standard diversi tra i vari Paesi che hanno accolto profughi ucraini. Sicuramente questa alternativa potrebbe essere preoccupante anche perché potrebbe causare massicci spostamenti da uno Stato all’altro.

Per questo, molte associazioni come Oxfam stanno facendo sentire la propria voce, per manifestare profonda preoccupazione per la gestione di questa emergenza.

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