Sanatoria anche senza permesso di soggiorno UE (permesso di lungo periodo) del datore

Regolarizzazione 2020 può accedervi anche il datore di lavoro non lungo soggiornante

Novità in merito alla procedura di regolarizzazione nell’ambito delle procedure di emersione del lavoro irregolare (avviata nel corso del 2020).

Alla regolarizzazione può infatti accedere anche il datore di lavoro non lungo soggiornante: il requisito in questione era infatti eccessivamente restrittivo e di conseguenza è stato cassato dalla Corte Costituzionale.

Più nel dettaglio, la Corte Costituzionale ha dichiarato che l’articolo 103 comma 1 del D.L. 19 maggio 2020 n. 34, dove prevedeva che la domanda di conclusione del rapporto di lavoro subordinato per stranieri presenti in Italia (o per far emergere il lavoro irregolare) potesse essere presentata solo da datori di lavoro che fossero in possesso di permesso di soggiorno UE (permesso di lungo periodo) è illegittima dal punto di vista costituzionale.

Essa, non prevedendo che questa domanda potesse essere presentata anche dai datori di lavoro stranieri che soggiornino in maniera regolare in Italia (anche se non in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo) risultava secondo la corte eccessivamente restrittiva e di conseguenza non legittima.

La Corte proseguiva il suo ragionamento sostenendo che detto requisito appariva tanto più restrittivo se si considerava che lo scopo del procedimento di emersione del lavoro irregolare va nella direzione di uno scopo socialmente apprezzabile, ovvero garantire trasparenza e regolarità e legalità nell’ambito dei rapporti di lavoro:

di conseguenza, non si comprende perché la presentazione della domanda in questione dovesse essere limitata, dal punto di vista della soggettività attiva, solamente ad alcuni datori di lavoro stranieri, ovvero quelli in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo.

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