Ricostruire l’albero genealogico per ottenere la cittadinanza italiana

La richiesta di “ricostruzione” dell’albero genealogico è stata talmente alta da spingere il Comune di Casalmaggiore (15.000 abitanti in provincia di Cremona) ad aumentare la tariffa di questo servizio, andando di fatto a raddoppiarla (da 50 a 100 euro).

Lo hanno confermato l’assessore al Bilancio, Sara Manfredi, e la responsabile del Settore Istituzionale e Servizi Amministrativi del Comune, Franca Filipazzi, precisando che le richieste di ricerche genealogiche hanno visto un grande aumento nell’ultimo periodo e che trattandosi di un servizio “molto laborioso” necessita di un maggiore sostegno economico.

In molti casi, i discendenti di emigrati italiani che risiedono all’estero avanzano la richiesta di ricostruzione dell’albero genealogico per ottenere alcuni documenti, come ad esempio l’atto di nascita o quello di matrimonio degli antenati, in modo tale da poter acquisire la cittadinanza italiana tramite lo “iure sanguinis”.

In particolare si fa riferimento ai discendenti di italiani che sono emigrati in Paesi come Brasile, Argentina, Australia e Canada.

Con lo ius sanguinis, infatti, il discendente di emigrato italiano che non ha conseguito la cittadinanza straniera può rivendicare a sua volta la cittadinanza italiana.

In alcuni di questi stati, come appunto l’Argentina, la situazione di crisi spinge a cercare di ottenere la cittadinanza italiana, che può aprire nuove opportunità: basti pensare che gli oriundi italiani in Argentina sono circa 20 milioni, quasi il 50% della popolazione totale.

Per le ricerche ci si affida in particolare ai registri di stato civile, istituiti nel 1866, ma anche alle schede di anagrafe storica, istituite qualche anno prima (nel 1860, ndr) che si riferiscono anche a persone con date di nascita antecedenti. Se invece si vuole andare ancora più indietro nel tempo, l’unica strada percorribile è quella degli archivi delle parrocchie.

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