Permesso di soggiorno per le donne straniere vittime di matrimoni forzati: cosa dice la “legge Saman”

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La giornata di oggi dovrebbe essere quella decisiva per l’approvazione in commissione Affari Costituzionali della Camera di una proposta di legge molto importante, che fa riferimento alle donne straniere che vivono in Italia e sono costrette ad accettare matrimoni combinati.

La proposta di legge, presentata nel luglio scorso dalle deputate del M5S, Stefania Ascari e Elisa Tripodi (quest’ultima relatrice, ndr), consentirà di proteggere tutte le giovani donne che devono accettare le nozze combinate subendo violenze e abusi, spesso dovendo abbandonare anche gli studi sotto la brutale pressione della famiglia d’origine. Nella maggior parte dei casi, le vittime non chiedono aiuto e non denunciano l’accaduto per paura di ritorsioni.

La proposta di legge ha quindi l’obiettivo di garantire a queste giovani donne la possibilità di un permesso di soggiorno immediato. Dopo il passaggio alla Camera, servirà l’approvazione definitiva al Senato.

L’aspetto più significativo della proposta di legge è il nome scelto per indicarla, ovvero “legge Saman”, dal nome di Saman Abbas, la ragazza pakistana sparita lo scorso aprile da Novellara (Reggio Emilia) e mai più ritrovata. Molto probabilmente la giovane è stata assassinata e fatta sparire proprio dalla sua famiglia, che non accettava la sua relazione con un coetaneo pakistano e più in generale il suo modo di vivere all’occidentale, che l’aveva portata a rifiutare il matrimonio combinato.

“La cultura dei matrimoni forzati fa parte di quelle tradizioni arcaiche e patriarcali che non ci appartengono e che un Paese civile non può e non deve accettare – si legge nel testo della proposta di legge – Spesso i ragazzi stranieri che crescono nel Paese ospitante si scontrano con la cultura d’origine, innescando uno scontro generazionale che può portare anche a epiloghi tragici come quello di Saman”.

In Italia, nel 2019, è stato introdotto il reato di costrizione o induzione al matrimonio, con l’obiettivo di fornire uno strumento di contrasto al fenomeno dei matrimoni forzati e delle spose bambine. Tuttavia, nel nostro ordinamento mancava proprio il rilascio del permesso di soggiorno alle vittime del reato di matrimonio forzato.

La proposta di legge del M5S va proprio in questa direzione, ovvero va a modificare l’articolo 18-bis del testo unico inserendo il reato di costrizione o induzione al matrimonio nell’elenco delle fattispecie di reato previste dallo stesso articolo 18-bis in materia di permesso di soggiorno per le vittime di violenza domestica.

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