Colf accusa di aggressione e lavoro nero il figlio di Gigi D’Alessio, lui si difende: “Da 7 anni si sta facendo un processo per un livido ad un braccio”

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Una storia vecchia ormai sette anni, una denuncia per aggressione e insulti che il figlio di Gigi D’Alessio si porta dietro ormai da tempo.

Secondo l’accusa, infatti, Claudio D’Alessio avrebbe aggredito la sua colf, riducendola addirittura ad uno stato di “semi-schiavitù”. Ma il figlio del noto cantante respinge tutte queste accuse, ribadendo la sua innocenza in Aula nell’ultima udienza che si è tenuta l’altro giorno.

Da 7 anni si sta facendo processo per un livido dietro ad un braccio – le parole di Claudio D’Alessio riportate anche dal quotidiano ‘La Repubblica’ – Non ho interesse a rinviare l’udienza. Non ho mai avuto un confronto con la signora e lo vorrei avere. Non ne posso più”.

La vicenda risale al 2014, quando la collaboratrice ucraina Halyna Levkova prestava servizio presso l’abitazione di Claudio D’Alessio, a Roma, precisamente ai Parioli. Come raccontato dalla stessa colf, il 5 luglio di quell’anno la donna sarebbe stata picchiata all’interno dell’appartamento da D’Alessio, che l’avrebbe poi cacciata di casa.

Cinque giorni più tardi la collaboratrice di origine ucraina ha poi deciso di denunciare l’accaduto, svelando anche di essere stata praticamente “schiavizzata” dal figlio di Gigi D’Alessio, che la costringeva anche a lavorare in nero.

Halyna Levkova racconta di essere stata sbattuta contro la parete durante un litigio tra Claudio D’Alessio e la sua compagna di allora, l’igienista dentale Nicole Minetti, ex consigliere della Regione Lombardia.

Secondo quanto raccontato dal figlio del cantautore napoletano, invece, sarebbe stata la colf ucraina a lanciargli una sedia contro. Sarà il giudice a stabilire come sono andati davvero i fatti.

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