Ius Scholae, primi passi in Parlamento. Ma Lega e Fratelli d’Italia dicono no

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Il testo del relatore Giuseppe Brescia (Movimento 5 Stelle) sulla riforma della cittadinanza è stato adottato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera.

Si tratta di un passaggio importante, dato che il testo base introduce lo Ius Scholae, ovvero la possibilità di concedere la cittadinanza italiana, su richiesta dei genitori, al minore straniero nato in Italia, a patto che lo stesso abbia risieduto legalmente nel nostro Paese e abbia frequentato uno o più cicli scolastici per almeno 5 anni.

Stesso iter per il minore non nato in Italia, a patto che abbia meno di 12 anni. Il testo è stato votato favorevolmente da tutto il centrosinistra, che ha potuto contare anche sull’appoggio di Forza Italia. Lega e Fratelli d’Italia hanno invece votato contro, mentre Coraggio Italia si è astenuta.

Il Carroccio l’ha definito uno “Ius Soli mascherato”, mentre Fratelli d’Italia parla di scorciatoia e lo ha già ribattezzato “Ius Insufficientiae” perché nei requisiti per ottenere la cittadinanza italiana non compaiono le competenze acquisite a scuola.

Intervistato da Fanpage, il relatore del testo base Giuseppe Brescia ritiene che al di là dei comunicati delle due forze di centrodestra il dibattito in Commissione sia stato di alto livello.

“Personalmente sentivo e sento una responsabilità, umana e sociale ancora prima che politica, su questo tema – ha detto Brescia a Fanpage – Invito i colleghi di Fratelli d’Italia a incontrare i ragazzi e le ragazze che aspettano questa legge. Credo che debbano parlare più le loro storie che i partiti”.

“Tra l’altro – ha poi aggiunto Brescia per rispondere alla Lega – il 65,3% delle studentesse e degli studenti con cittadinanza non italiana è concentrato nelle regioni del Nord. Basta guardare in faccia la realtà e leggere il testo senza preconcetti ideologici”.

Il relatore spera di poter approvare lo Ius Scholae già in questa legislatura, anche se il tempo non è molto: proprio Brescia sottolinea come l’ultimo rapporto del Ministero dell’Istruzione parli di “circa 880mila alunni di cittadinanza non italiana nelle nostre scuole”.

“La prossima settimana fisseremo il termine degli emendamenti. Sarà utile poi una calendarizzazione del provvedimento in aula”, ha concluso Brescia, che si è augurato che le elezioni amministrative non facciano diventare lo Ius Scholae un elemento di scontro tra le forze politiche.

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