Italia, tornano a crescere i flussi migratori dall’estero: nel 2021 saldo doppio rispetto al 2020

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Dopo un periodo di calo, gli ultimi dati Istat confermano che i flussi migratori dall’estero verso l’Italia sono in ripresa. Stando a quanto emerso nel Report sugli indicatori demografici, infatti, il saldo del 2021 è di +157.000, più alto di quello del 2019 e addirittura il doppio rispetto al 2020.

Tuttavia, è sempre il Report a specificare che rispetto a quanto accadeva nel primo decennio del 2000 e nella prima parte del secondo (all’incirca fino al 2013), quando i flussi migratori dall’estero riuscivano a controbilanciare la perdita di popolazione dovuta a cause naturali, oggi questo risultato sembra essere ancora lontano: per questo l’ISTAT stessa parla di “demografia in assestamento”.

Al tempo stesso non si può non valutare positivamente l’aumento dei flussi dall’estero dopo le tante difficoltà generate dalla pandemia di Covid-19.

Rispetto al 2020, ad esempio, le iscrizioni dall’estero per trasferimento di residenza sono cresciute del 15,7%, passando da 248 mila a 286 mila): tuttavia, rispetto al 2019 – quando furono 333.000 – la quota resta ancora inferiore del 14%.

Passando invece al saldo migratorio netto, la crescita si assesta a 2,7 per mille abitanti, mentre nel 2020 era 1,5 per mille abitanti: il dato è più alto anche rispetto al 2019, quando ci si fermava a 2,6 per mille abitanti. Un rialzo, quello relativo ai flussi migratori, che viene registrato in tutte le zone d’Italia: al Nord si passa da 1,7 a 2,9 per mille abitanti, mentre al Centro da 2,3 a 3,3 per mille; infine, al Sud l’aumento è da 0,7 a 1,9 per mille abitanti.

Le regioni più dinamiche dal punto di vista dei flussi migratori sono la Liguria e il Friuli Venezia Giulia, rispettivamente con il 4,1 e il 3,9 per mille. Tuttavia, il rialzo più netto si registra in Molise, dove si passa dallo 0,7 al 2,6 per mille abitanti.

Tra le motivazioni che hanno portato ad un rilancio delle migrazioni dall’estero ci sono certamente la ripresa economica e la crescita dell’occupazione, ma va considerata anche l’attenzione dell’Italia dal punto di vista sanitario, con un alto livello di welfare che ovviamente favorisce l’arrivo di persone che considerano l’Italia un paese “rifugio”, specialmente in periodo di pandemia.

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