Inghilterra, Gove si candida e propone chiusura frontiere agli immigrati

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Michael Gove Brexit EU

Michael Gove, attuale ministro della Giustizia britannico, chiuderà le frontiere agli immigrati utilizzando un sistema a punti come il modello australiano, negoziati con l’Ue nel 2017

La Skill Select australiana altro non è che un sistema a punti che l’Australia utilizza da diversi anni per decretare l’idoneità dei richiedenti visto e prevede la valutazione di diversi parametri : età, conoscenza inglese, competenze professionale, pregressi lavori e così via.

Il primo esito reale della Brexit britannica è quello di aver aperto ufficialmente la campagna elettorale per il prossimo premier inglese, dopo le annunciate dimissioni di David Cameron. In prima fila c’è Michael Gove, attualmente ministro della Giustizia britannico che ha già sostanzialmente presentato i punti forti del suo programma ribadendo la chiusura all’Ue.

Gove ha ribadito di essere la persona giusta perché nella campagna referendaria aveva sostenuto la necessità di cambiamenti specifici e li vuole portare avanti, a cominciare dalla volontà di riprendere in mano il proprio destino.

Uno dei punti forti è il controllo dell’immigrazione: “Metterò fine alla libera circolazione – ha ribadito il ministro – e saranno aumentati i controlli, con una riduzione del numero degli immigrati attraverso un sistema di punti all’australiana”.

brexit immigrazione UK
brexit immigrazione UK

E ci sarà anche un diverso utilizzo dei fondi pubblici. Tutto il denaro che attualmente la Gran Bretagna invia all’Ue verrà utilizzato invece per investimenti sulle precedenze del popolo britannico, a cominciare dalla salute con 100 milioni di sterline alla settimana (circa 120 milioni di euro) per il servizio nazionale sanitario e per tagliare l’Iva sul carburante.

L’Inghilterra agli inglesi, è in fondo il su motto anche se prendere la guida del partito conservatore e superare la collega di partito Theresa May, data per favorita, non sembra facile.

In ogni caso Gove tira dritto e annuncia le sue prime mosse: concorda con la rivale di non avere in previsione l’attivazione immediata dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona per il divorzio sostanziale dall’Ue dopo la Brexit, ma se ne riparlerà il prossimo anno mentre al di là di quelle dell’ottobre prossimo, che si rendono necessarie, le nuove elezioni per il premier non saranno prima del 2020 in modo da consentire a chi sostituirà Cameron di poter lavorare sui grande cambiamenti che attendono l’Inghilterra.

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