Giornata Mondiale del Rifugiato 2021

Dai dati del 2020, nel Mondo, sono state oltre 82 milioni le persone in fuga, a causa di guerre, persecuzioni, carestie e cambiamenti climatici, verso un futuro di pace e speranza.

Di questi 45,7 milioni sono sfollati all’interno del loro Paese e circa 34 milioni sono minori.

I rifugiati sono 26,3 milioni, molti di loro minori e di questi 4 milioni chiedono asilo, cioè il riconoscimento del loro status secondo la Convenzione di Ginevra. Insieme ad altri dati, lo dice puntualmente l’Unhcr in coincidenza della Giornata mondiale del rifugiato.

Molti di loro percorrono la rotta del Mediterraneo sbarcando nelle nostre coste e troppi di loro perdono la vita. Sono migranti economici in cerca di una vita migliore e migranti bisognosi di protezione internazionale, mortificati nella loro dignità lungo il percorso migratorio, nei campi libici, per mano di trafficanti di esseri umani.

La situazione, con la bella stagione, potrà solo peggiorare ed è un dovere dell’Unione europea e degli Stati nazionali mettere in campo tutte le azioni politiche possibili per rispondere a queste emergenze.

Innanzitutto bisogna ripristinare un sistema europeo di ricerca e soccorso in mare perché non accadano più tragedie e concertare un sistema solidale di redistribuzione dei migranti per alleggerire l’impatto su Italia, Grecia e Spagna su base volontaria, ma auspicabilmente con vincoli più stringenti per quei Paesi ‘frugali’ e del blocco di Visegrad che sono refrattari alla condivisione delle responsabilità e ad alcuni principi fondanti dell’UE stessa.

Inoltre, è necessaria una politica che promuova ingressi legali per lavoro in Europa, una vera riforma del Trattato di Dublino e l’incentivazione delle positive esperienze dei “corridoi umanitari” come strumento di protezione e integrazione.

giornata mondiale del rifugiato 2021

Next Migration Ue

Al “Piano di ripresa e resilienza”, l’Europa deve affiancare un Next Migration Ue che si fondi su responsabilità comuni e condivise, su ingressi legali e sicuri e che affronti le questioni migratorie non come un male da abbattere, ma una risorsa preziosa da gestire nel solco della solidarietà e della responsabilità condivisa tra Stati.

Il nostro Paese deve fare la sua parte ed uscire da un inconcludente dibattito di contrapposizione sull’immigrazione. Ci vuole una politica migratoria che abbia una visione più lungimirante, una visione che, come il PNNR, progetti un futuro di crescita per il nostro Paese.

Ebbene, a questo obiettivo arriviamo più agevolmente se pensiamo anche a come gestire le migrazioni economiche programmando, anche per il nostro Paese, flussi regolari d’ingresso in base alle esigenze del mercato del lavoro in continua trasformazione e colpito dalla pandemia. Pensiamo ai settori dell’agricoltura, dell’edilizia, turistico-alberghiero, terziario, lavoro domestico, assistenza e cura alla persona.

Altro punto cardine è la regolarizzazione: il decreto emersione, a causa dei forti ritardi nell’esame delle domande di regolarizzazione dei contratti di lavoro, rischia di fallire e speriamo che questo non accada!

Sappiamo troppo bene quanto sia importante per un immigrato avere un permesso di soggiorno per poter accedere ai servizi, alle prestazioni sociali, alle tutele, come ad esempio bonus o sostegni al reddito.

In questa fase la regolarizzazione, oltre ad essere un problema di diritti e dignità della persona, è ancora più importante e decisiva per facilitare la campagna vaccinale di tutti gli immigrati irregolari per il diritto costituzionale alla salute e per la sicurezza di tutti. L’integrazione e la coesione sociale si costruisce anche attraverso questi passaggi, col lavoro regolare e dignitoso e la salvaguardia dell’unità famigliare.

Luigi Sbarra, In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato

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