Una rete di falsari per assicurare documenti ai terroristi islamici: la “mente” è un ceceno

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E’ stata individuata e smantellata a Varese una delle basi di un’organizzazione criminale in grado di assicurare documenti ai terroristi islamici pronti ad espatriare.

Le indagini portate avanti dal pool antiterrorismo della procura di Milano assieme alla Polizia e alla Digos hanno portato alla perquisizione della Malita Pay, un’agenzia di money transfer, e all’acquisizione di documenti in tre Istituti di pagamento comunitari.

Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, la rete era talmente estesa da interessare ben 60 Paesi, utilizzando proprio i sistemi di money transfert per lo spostamento del denaro. Per ora gli arrestati sono sette, ma si stanno valutando le posizioni di altri 15 soggetti, la maggior parte di nazionalità straniera ma residenti in Italia.

Il “centro” di tutto è un ceceno di 35 anni, Turko Arsimekov, che le forze dell’ordine hanno individuato come l’intermediario di questo giro truffaldino. L’uomo, arrestato a Varese lo scorso novembre, si interfacciava con una persona residente in Kosovo che è risultata a sua volta collegata a Kujtimi Fejzulai, l’attentatore che terrorizzò il centro di Vienna lo scorso 2 novembre causando la morte di 4 persone. L’impressione degli investigatori è che Arsimekov potrebbe anche aver finanziato l’operazione terroristica di Fejzulai.

Di certo la banda ha fornito documenti falsi a circa 15 terroristi, smerciandone oltre un migliaio. Le indagini hanno permesso di scoprire l’enorme mole di contatti della rete di falsari (circa duemila dal 2018 al 2020), con circa 300 operazioni di denaro tra 60 Paesi. I documenti potevano avere un prezzo che partiva da 300 euro per arrivare fino a 1.800 euro: ad oggi, gli spostamenti scoperti riguardano una cifra prossima alle 250.000 euro, ma potrebbe essere di più.

Arsimekov è riuscito ad aggirare il limite delle mille euro per volta, tipico delle transazioni, usando identità false e potendo così effettuare operazioni anche a distanza di pochi secondi l’una dall’altra. Un sistema, quello emerso nell’inchiesta Caucasian Job, che potrebbe rivelarsi uno dei serbatoi principali dell’Islam radicale. Il tutto in attesa di ulteriori sviluppi su alcuni aspetti ancora non chiarissimi, come ad esempio il luogo in cui il ceceno spediva i soldi ricevuti.

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