Decreto sicurezza, le Caritas sfidano Salvini: “Continuiamo ad accogliere gli immigrati”

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Dove non vuole arrivare più lo Stato, prova a mettere una pezza la Chiesa. Da tempo la parte più “sociale” del cristianesimo e del cattolicesimo è in aperto contrasto con le politiche di “tolleranza zero” nei confronti dei migranti imposte dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Le Caritas diocesane continuano ad aiutare le persone più bisognose, compresi i tanti migranti che con l’approvazione del decreto sicurezza bis, fortemente voluto proprio dal responsabile del Viminale, si ritrovano in condizioni di assoluta disperazione.

Questo perchè con l’aumento dei requisiti di irregolarità e la revoca della protezione umanitaria, il decreto sicurezza bis non fa altro che aumentare i “clandestini”, che nella maggior parte dei casi non possono neppure essere rimpatriati per la mancanza di accordi con i Paesi di provenienza.

Gli immigrati che in questi giorni stanno perdendo il permesso di soggiorno e in alcuni casi anche il lavoro (venendo a mancare il documento che stabilisce la permanenza regolare, ndr) sono quindi aiutati dalle varie Caritas, come spiega il responsabile immigrazione di Caritas Italiana, Oliviero Forti.

Intervistato dal quotidiano “Avvenire”, Forti ha precisato che la situazione è già oggi molto grave ma che vedrà un netto peggioramento in autunno.

“Gli effetti negativi del decreto sicurezza saranno più visibili – spiega Forti – Noi, su richiesta delle diocesi, ci stiamo preparando a questa situazione promuovendo il progetto finanziato dalla Cei che si chiama “Apri”, acronimo dei quattro verbi dell’accoglienza indicati del Papa: accogliere, proteggere, promuovere, integrare”.

Il responsabile immigrazione di Caritas Italiana spiega come si tratti di un sistema di accoglienza territoriale, che sarà dedicato “soprattutto alle persone che non avendo nessun altra possibilità troveranno nelle nostre Diocesi almeno un minimo di supporto.

Non partecipiamo ai bandi delle prefetture e lo faremo con risorse nostre. Hanno chiesto ai vescovi di occuparsi degli immigrati e i vescovi lo fanno”.

Forti ha aggiunto che l’azione delle Caritas può essere considerata “un’obiezione di coscienza al decreto sicurezza”.

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