Decreti sicurezza, discussione rinviata a settembre? La deputata PD non ci sta: “Siamo peggio dei leghisti”

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Al governo non ci sono più Matteo Salvini e la Lega “sovranista”, ma un centrosinistra allargato al Movimento 5 Stelle (ex partner proprio del Carroccio nel precedente esecutivo, ndr).

Eppure, sembra che sui decreti sicurezza l’approccio nei fatti non sia così diverso da quello del governo “gialloverde”. Sì, perchè nonostante molte parole e tanti proclami le misure fortemente volute dall’ex ministro dell’Interno e approvate in Parlamento non sono state ancora toccate dall’attuale maggioranza, che comprende PD, Italia Viva, Liberi e Uguali e il M5S, appunto.

Tra le forze di centrosinistra e i pentastellati non c’è grande sintonia su questo argomento, ed è un fatto noto. Il Movimento 5 Stelle vorrebbe solo delle modifiche ai decreti sulla base di quanto sollevato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Dem”, renziani e LeU chiedono invece una rimozione totale delle misure salviniane.

Una richiesta che però sembra esserci solo a parole, come sottolineato anche dalla deputata del Partito Democratico, Giuditta Pini, che assieme ad alcuni colleghi intende denunciare questo stallo.

“In un anno non è cambiato niente – tuona la Pini – Anzi una cosa è cambiata: che abbiamo dichiarato i nostri porti non sicuri, lo abbiamo fatto noi, perché nemmeno Salvini e Toninelli erano arrivati a tanto”.

Va detto che l’attuale responsabile del Viminale, Luciana Lamorgese, si è impegnata molto per far trovare una quadra alle forze politiche che sostengo il governo giallorosso. La bozza presentata dal ministro dell’Interno, che prevede un’entità inferiore per le multe alle ONG e il mantenimento della facoltà di poter chiudere i porti in situazione di emergenza, ha scontentato per difetto IV e PD, mentre il M5S la considera fin troppo “buonista”.

Ecco perchè dalle stanze di Montecitorio e Palazzo Madama comincia a prendere corpo l’ipotesi di un rinvio a settembre della discussione sui decreti sicurezza. Una situazione che a molti ricorda quanto accaduto con lo Ius Soli, continuamente procrastinato per paura di “regalare voti alla Lega”.

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