Falsi lavori per ottenere permesso di soggiorno: sgominata una banda a Perugia

Avevano messo su una vera e propria banda criminale, con l’intento di raggirare lo Stato, eludere i controlli e rimanere illegalmente in Italia.

Sono nove i cittadini stranieri comparsi davanti al Giudice del Tribunale di Perugia per l’udienza preliminare che li vede accusati di diversi reati, ovvero violazione della legge sull’immigrazione, falsità ideologica commessa dal privato e falso ideologico.

Stando a quanto riferito dalla Procura di Perugia nel corso dell’udienza, il clan avrebbe messo in piedi un giro estremamente lucroso di documenti e persone.

In sostanza, la banda effettuava una denuncia telematica alla banca dati dell’Inps attraverso la quale veniva certificato un inesistente rapporto di lavoro domestico part-time.

La stipulazione, che avveniva tramite un mediatore, prevedeva il pagamento di una somma di 600 euro.

Grazie a questa pratica truffaldina, agli stranieri veniva facilitata la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno e pertanto la permanenza illegale degli stessi sul territorio italiano.

Come spiegato dal quotidiano Perugia Today, solo in un caso l’intento criminoso della banda non è andato a buon fine, in quanto una richiesta di “ricongiungimento familiare in favore della moglie” è stata rigettata dallo Sportello Unico per l’Immigrazione.

Il meccanismo che porta ad ottenere permessi di soggiorno tramite falsi contratti di lavoro è molto noto alle forze dell’ordine che operano in Umbria.

Già lo scorso mese di febbraio, il sito Perugia Today aveva parlato della mafia nigeriana molto attiva nella regione del Centro Italia, specialmente in merito allo spaccio di droga.

Il mercato dell’immigrazione clandestina si basa su finti contratti di assunzione per ottenere permessi di soggiorno, affitti di immobili e altro ancora: Perugia stessa è considerata una delle piazze più importanti del centro Italia per il mercato della droga.

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