Permesso di soggiorno per ricerca lavoro, il sì di CGIL, CISL e UIL: “Regolarizzare lavoro onesto”

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La proposta di legge di iniziativa popolare lanciata dalla campagna “Ero Straniero” prosegue il suo iter ed è ora in esame in Commissioni affari costituzionali alla Camera.

Depositata con oltre 90.000 firme alla Camera dei deputati il 27 ottobre 2017, la proposta di legge prevede che venga rilasciato il permesso di soggiorno a tutte le persone che hanno sviluppato “processi di inclusione e integrazione sociale”.

Garantendo il permesso di soggiorno verrebbe quindi favorita l’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari.

Durante le ultime audizioni sono intervenuti anche i sindacati CGIL, CISL e UIL, che hanno ribadito quanto sia importante aprire canali legali di ingresso in Italia, in modo tale da rendere più semplice la ricerca di un impiego.

“L’attuale quadro normativo, basato sulla legge Bossi-Fini, ulteriormente irrigidita dal successivo decreto Minniti nel 2018 e dai due decreti Sicurezza del 2019, deve essere superato con un intervento legislativo organico improntato a inclusività e rispetto dei diritti e della dignità delle persone migranti”: sono le parole pronunciate in audizione davanti alla commissione Affari costituzionali della Camera dal segretario confederale della CGIL, Giuseppe Massafra.

Massafra ha poi sottolineato come sia diventato ormai strettamente necessario arrivare ad un definitivo superamento del decreto flussi, che consente l’ingresso solo ad una piccola parte di lavoratori stagionali a fronte di richieste molto più numerose.

La proposta della CGIL è quindi di concedere il rilascio del permesso di soggiorno temporaneo, finalizzato alla ricerca di lavoro, per massimo un anno, ragionando al tempo stesso su dei meccanismi che renderebbero più semplice l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Far emergere il lavoro nero (che coinvolge circa 600.000 immigrati, ndr) è un passaggio che Massafra reputa fondamentale per l’intero sistema economico italiano. “Bisogna anche creare una norma che renda possibile la regolarizzazione del lavoro onesto – le parole del segretario generale CGIL in audizione – consentendo agli imprenditori di regolarizzare i lavoratori che hanno dato buona prova di sé”.

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