Falsificavano i test di italiano per i permessi di soggiorno UE : cinque arresti a Modena

E in Piemonte scoperta un’organizzazione di brasiliani che forniva notizie false per far ottenere il permesso a suoi connazionali

Cinque persone sono state arrestate a Modena perché secondo gli inquirenti avrebbero falsificato in cambio di denaro i test di italiano degli stranieri extracomunitari in modo che potessero avere il permesso di soggiorno nel nostro Paese.

Ora sono accusate a vario titolo di truffa, falsità ideologica, corruzione, truffa e contraffazione di documenti necessari per determinare il rilascio di carta di soggiorno o permesso UE per lungo periodo oltre che di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.

In particolare un cittadino italiano è stato portato in carcere in base ad una ordinanza di custodia cautelare mentre gli altri quattro (due italiano, un tunisino e un marocchino) sono stati posto agli arresti domiciliari.

Ma il numero degli indagati è anche superiore perché risultano altre venticinque persone coinvolte nell’inchiesta svolta dalla Polizia di Modena che ha scovato un vero e proprio sistema incentrato sul ‘Centro di Formazione Linguistico‘ (accreditato presso l’Università per Stranieri di Perugia che è uno degli Enti riconosciuti dallo Stato) per il conseguimento dell’attestato di conoscenza della lingua italiana.

L’ateneo umbro ha già fatto sapere di ritenersi parte lesa, tanto che dal dicembre 2018 aveva già tagliato i pronti con quel Centro di Formazione perché non ritenuto confacente alla convenzione stipulata.

Le verifiche effettuate dagli agenti hanno permesso di scoprire, tramite le immagini ripresa da telecamere nascoste nella sede del Centro, che gli esami erano in realtà soltanto un pro forma.

In pratica i richiedenti permesso di lungo soggiorno avevano già in mano le risposte ancora prima di iniziare a compilare il test oppure venivano comunque aiutati da chi invece avrebbe dovuto soltanto controllare il regolare svolgimento dell’esame.

Per quello che è emerso dalla prime indagini, la truffa coinvolgerebbe anche altre città del Nord Italia, soprattutto in Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige.

In tutto più di seimila gli stranieri che, in cambio di denaro indebitamente versato, avrebbero ottenuto il certificato ‘Celi’ (ossia ‘Certificato di conoscenza della lingua italiana’).

Una notizia che arriva nelle stesse ore in cui è stata scoperta un’altra truffa legata agli immigrati. Sette persone, questa volta di nazionalità brasiliana, sono state arrestate nelle province piemontesi di Novara e Verbania (ma sarebbe coinvolto anche un parroco di Padova, in questo caso per aver indotto in errore i pubblici ufficiali delle anagrafi comunali in modo da far ottenere la cittadinanza italiana a cittadini stranieri in cambio di denaro.

Complessivamente sarebbero circa 800 le cittadinanze a rischio, con un incasso per i truffatori superiore ai 5 milioni.

Due vicende che sono state commentate così dal ministro dell’Interno e vice premier, Matteo Salvini: “Altro che ius soli e cittadinanze in regalo. In Italia servono regole, controlli e rispetto. Quindi ringrazio ancora una volta le Forze dell’Ordine”.

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