Ius Soli temperato e ius culturae, riaperto il dibattito

Con il fallimento dell’esperienza M5S – Lega, conclusasi con la mozione di sfiducia presentata dal Carroccio (poi ritirata) e il conseguente crollo dell’esecutivo, e l’avvento del nuovo governo “giallorosso” guidato sempre da Giuseppe Conte e sostenuto dalla maggioranza PD-Movimento 5 Stelle-LeU, la probabilità che si tornasse a parlare di Ius Soli era chiaramente molto alta.

Negli ultimi giorni il tema è tornato molto d’attualità, con un vero e proprio “tam tam” online sui blog e sui social network.

Come noto, durante il governo Renzi (prima) e il governo Gentiloni (poi) l’allora maggioranza PD-Nuovo Centrodestra tentò di arrivare ad una legge sullo Ius Soli, salvo poi fare marcia indietro per paura di regalare “troppi voti alla Lega”.

Probabilmente in casa “Dem” non si vuole più ripetere l’errore, dato che c’è una parte consistente del Partito Democratico che chiede di riconoscere i diritti di tutti quei bambini (all’incirca un milione, ndr) nati in Italia da genitori stranieri.

L’ultimo appello in ordine di tempo è quello di Marwa Mahmoud, eletta da poco consigliera al comune di Reggio Emilia e appartenente al PD. Come facilmente immaginabile, il nuovo governo è decisamente più aperto a questa tematica rispetto al precedente, che vedeva nella Lega di Matteo Salvini un netto ostacolo viste le posizioni assolutamente contrarie del partito padano.

La nuova ministra della Famiglia e delle Pari opportunità, Elena Bonetti, spiega al quotidiano “Avvenire” la sua posizione favorevole a quello che è già stato ribattezzato uno “Ius Soli temperato”: “Penso che sia stato un errore nella scorsa legislatura non approvare la legge sullo ius culturae, spero che in questa legislatura si trovino le condizioni perché questo accada”.

In sostanza, con lo Ius Culturae i nati in Italia da genitori stranieri possono richiedere la cittadinanza prima dei 18 anni a patto che frequentino un ciclo scolastico quinquennale o abbiano un genitore “soggiornante di lungo periodo”.

La neoconsigliera PD, Marwa Mahmoud, si rivolge direttamente al premier Conte: “Si tratta di andare alla sostanza della realtà quotidiana e di guardare veramente alle vite di bambini e adolescenti – spiega la “Dem” – e non continuare a punirli come se fossero colpevoli solo perché hanno origini straniere”.

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