Richieste di asilo, la Francia verso una riforma radicale

francia immigrazione clandestina

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Tempi più stretti per le domande di asilo, ma anche espulsione immediata in caso di parere negativo senza attendere l’appello e raddoppio dei giorni di permanenza nei Cie

Il calo nella popolarità emerso dagli ultimi sondaggi e l’accusa che arriva da più parti di essere troppo permissivo sulle politiche relative all’immigrazione sembrano aver convinto il Presidente francese, Emmanuel Macron, a varare una riforma più stretta sulla questione.

Il 21 febbraio infatti è stato presentato un progetto di legge che porta la firma del ministro degli Interni, Gérard Collomb, ma in realtà è voluto anche dalla massima carica istituzionale, e che mira come recita il suo titolo ad un asilo politico effettiva e ad una immigrazione gestita.

Cosa potrebbe significare in concreto lo spiegano gli articoli successivi. Il principio, come ha spiegato il ministro, è quello di non chiudere le porte ai rifugiati, ma soltanto quelli politici stringendo quindi i cordoni dei criteri ritenuti troppo permissivi.

Diverse le novità previste nella riforma: i tempi per ottenere l’asilo politico si riducono un massimo di sei mesi dalla presentazione della domanda, mentre adesso si può arrivare anche a dieci o undici, ma il ricorso contro il parere negativo da parte di chi ha in mano la decisione finale non porterà ad una sospensione del giudizio, almeno per chi proviene da Paesi che non siano in guerra e quindi non abbiano stretta necessità di richiedere l’asilo.

Quindi i richiedenti possono essere espulsi dalla Francia immediatamente, ancora prima che venga discusso l’appello.

E se fino ad oggi un richiedente asilo politico aveva tempo quattro mesi per presentare la propria domanda, se passasse la nuova legge avrà solo 90 giorni.

Se la domanda dovesse essere rifiutata avrà due settimane, a fronte del mese previsto attualmente, per depositare un ricorso, anche se normalmente solo per ottenere un appuntamento specifico su questo problema occorre un mese.

Ma soprattutto, già oggi gli uffici preposti sono oberati di richieste, tanto che non riescono a rispettare i tempi per le risposte, e in futuro nonostante le nuove assunzioni previste dal governo, la situazione potrebbe diventare ancora più complicata.

Inoltre si allungheranno i tempi di permanenza nei centri di raccolta per i migranti, quelli che corrispondono ai nostri Cie, e che accolgono gli extracomunitari che non hanno un regolare permesso di soggiorno: raddoppierà il limite attuale di 45 giorni passando a 90, ma in alcuni casi particolari potrà arrivare anche ad un massimo di 155 giorni.

E ancora, nel progetto di legge è prevista l’introduzione del reato di “superamento illegale della frontiera” per chi cerca di eludere i controlli frontalieri (come quelli a Ventimiglia tra Italia e Francia) e prevede fino ad un anno di carcere e 3.750 euro di multa. In più il fermo amministrativo per la verifica dei documenti passerà dalle attuali 16 ore a 24.

Nella legge comunque ci sono anche lati giudicati positivi, come la possibilità per i minorenni ai quali sia stato riconosciuto lo status di rifugiati politici di ricongiungersi in Francia con i familiari stretti e vengono riconosciuti più diritti per gli studenti stranieri già presenti nel Paese che avranno agevolazioni per trovare un lavoro o mettersi in proprio.

E ancora, previsto un permesso di soggiorno di quattro anni, contro i 12 mesi attuali, per alcune categorie di rifugiati e maggiore protezione per le donne minacciate di mutilazioni sessuali.

Nel 2017 le richieste d’asilo in Francia hanno superato quota 100 mila domande, nuovo record degli ultimi anni. E l’amministrazione Macron ha deciso ora di mettere un freno.

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