Coronavirus, permessi di soggiorno: si va verso l’intesa sui sei mesi

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Permessi di soggiorno per sei mesi con un controllo molto rigido da parte dell’Ispettorato del Lavoro.

E’ questo il compromesso che sembra aver trovato la maggioranza di Governo sulla regolarizzazione dei migranti, che riguarderà non solo il settore agricolo, ma anche quello domestico (colf e badanti).

La misura, diventata assolutamente necessaria per salvare alcuni dei più importanti settori economici italiani messi in ginocchio dall’emergenza coronavirus, ha visto un dibattito molto intenso in queste ultime settimane, anche all’interno del Governo Conte.

Se da una parte Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali spingevano per una diffusione della regolarizzazione più ampia possibile, dall’altra il Movimento 5 Stelle manifestava perplessità sull’andare a regolarizzare tutti gli stranieri sprovvisti di permesso di soggiorno.

Fino all’altro giorno, la bozza che circolava online lasciava presupporre che si stesse ragionando su un permesso di soggiorno temporaneo, senza tuttavia precisare la durata. Dalle indiscrezioni delle ultime ore pare che l’accordo sia stato trovato sui sei mesi. “Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali provvede alla verifica delle attività lavorative svolte dal soggetto che presenta l’istanza, prima e dopo la presentazione della stessa”, si legge ancora nella bozza.

Coloro che sono stati colpiti da provvedimenti di espulsione, che risultino segnalati, anche in base ad accordi o convenzioni internazionali in vigore per l’Italia, ai fini della non ammissione nel territorio dello Stato o che rappresentino una minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato non sono ammessi alle procedure che riguardano la regolarizzazione.

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