Cittadinanza a figli di immigrati nati in Italia, flash mob a Montecitorio

Un flash mob a Piazza Montecitorio per ribadire una volta di più quanto sia “urgente e inderogabile” il diritto alla cittadinanza.

E’ l’iniziativa realizzata dal Tavolo SaltaMuri, che si compone di 133 associazioni, in occasione della Giornata Internazionale per i Diritti dei Migranti, proclamata il 18 dicembre dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2000.

Il flash mob è stato convocato dal Tavolo SaltaMuri e ha visto la partecipazione di studenti, docenti, scuole e associazioni, compreso il Movimento Giovani “Sottosopra” di Save the Children.

L’obiettivo della campagna del Tavolo SaltaMuri, che ha preso il via lo scorso mese di settembre, è quello di arrivare ad un riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati in Italia o che comunque crescono nel nostro Paese.

Come sottolineato proprio da Save the Children, a causa di una legislazione carente e per colpa dei recenti decreti sicurezza fortemente voluti dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini (e approvati dal precedente governo M5S + Lega, ndr) sono più di 900.000 i bambini, le bambine e gli adolescenti costretti a sentirsi stranieri in quello che per loro è a tutti gli effetti il proprio Paese.

Ogni giorno vengono raccontate storie di bambini e ragazzi costretti a lottare con le lungaggini burocratiche, caratterizzate da tempi di attesa giganteschi e discriminazioni normative che li rendono dei “fantasmi per legge”.

La mobilitazione vuole mettere fine una volta per tutte a queste situazioni, con una legge che non divida tra cittadini di serie A e di serie B come purtroppo accade oggi.

Qualcosa si muove, dato che la Commissione Affari Costituzionali sta riprendendo proprio in queste settimane la discussione sulla legge per il riconoscimento della cittadinanza.

Anche per questo motivo il Tavolo SaltaMuri ha voluto far sentire la propria voce: “La società civile – scrive Save The Children – è più avanzata e lungimirante rispetto ai miopi calcoli che paralizzano i partiti”.