Censimento rom, Salvini ci riprova: ora la chiama “ricognizione”

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Salvini, la cittadinanza facile non ci piace

Per lungo tempo i rom sembravano non essere più una preoccupazione per il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il tema era diventato molto caldo nei mesi immediatamente successivi all’insediamento del governo Conte, con il responsabile del Viminale che non mancò di pronunciare frasi molto precise all’indirizzo della comunità rom, prendendosi anche una valanga di critiche dalle opposizioni (e non solo).

Negli ultimi tempi Salvini è stato maggiormente impegnato con la “guerra” alle ONG, in particolar modo alla Sea Watch della capitana Carola Rackete, e la questione rom sembrava essere passata in secondo piano. Almeno fino ad oggi, dato che lo stesso vicepremier del governo Conte e leader della Lega ha annunciato di aver firmato una circolare per chiedere una relazione della presenza dei rom sul territorio italiano.

“Ho scritto a tutti i prefetti per avere un quadro dettagliato e aggiornato in tempo reale delle presenze nei campi abusivi o teoricamente ‘regolari’ di rom, sinti e caminanti, per procedere, come da programma, a chiusure, sgomberi, allontanamento e ripristino della legalità”, le parole di Salvini.

Sempre stando a quanto affermato dal Ministero dell’Interno, l’iniziativa vuole essere il perno per l’attivazione di un sistema di ricognizione degli insediamenti più strutturato “per acquisire utili elementi di conoscenza e valutazione”.

A molti questa “ricognizione” sembra più un termine per mascherare un vero e proprio censimento su base etnica. D’altronde, era stato lo stesso Matteo Salvini a proporre il censimento nel giugno 2018, aggiungendo che “i rom italiani, purtroppo, te li devi tenere in casa”. Parole talmente sconcertanti da richiedere l’intervento del premier Conte e anche dell’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che respinsero con forza l’idea di un censimento su base etnica, che oltretutto andrebbe a violare non solo l’articolo 3 della Costituzione Italiana ma anche gli articoli 8 e 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

Salvini ha quindi deciso di agire in prima persona, senza nemmeno consultare gli alleati di governo. Staremo a vedere se questa ennesima forzatura da parte del responsabile del Viminale comporterà altri malumori all’interno del Movimento 5 Stelle.

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