24 matrimoni combinati per ottenere il permesso di soggiorno. Un arresto e 56 indagati

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La modalità era sempre la stessa, ovvero quella di portare a termine dei matrimoni “combinati” per consentire a determinate persone di ottenere il permesso di soggiorno per poter restare legalmente nel nostro Paese.

E’ quanto scoperto dalla Procura di Livorno, che ha avviato un’inchiesta dopo aver accertato l’esistenza di una serie di matrimoni tra italiani e cittadini extracomunitari, tra cui molti sudamericani e nordafricani.

L’obiettivo di queste nozze combinate, come detto, è il rilascio della documentazione necessaria per poter restare nel territorio italiano.

Ma le coppie che si recavano all’altare erano composte da persone che non si erano quasi mai viste, fatta eccezione per qualche incontro fugace, probabilmente per mettere a punto la truffa e per espletare le incombenze relative al rito civile. Una volta terminata la cerimonia, ognuno proseguiva per la sua strada.

Nelle scorse 48 ore sono state eseguite cinque misure cautelari e 55 perquisizioni nelle province di Livorno, Siena, La Spezia, Torino e Padova per porre fine “a un subdolo sistema di celebrazione di falsi matrimoni tra italiani, sudamericani e nordafricani finalizzati all’ottenimento di un titolo di soggiorno in Italia”.

I matrimoni combinati, individuati dalla Procura livornese tra il 2014 e il 2019, sono almeno 24, con quindici uomini e nove donne del capoluogo labronico che hanno detto il finto “sì” assieme a cittadini stranieri mai visti prima.

Agli arresti è finito un cittadino della Repubblica dominicana, mentre un 55enne e altri quattro cittadini di Livorno, compresa una donna, sono sottoposti all’obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria. Devono rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e induzione in falso in atto pubblico.

I matrimoni hanno permesso il rilascio dei permessi di soggiorno per 24 stranieri, tra cui 16 provenienti dalla Repubblica Dominicana, 2 dal Perù, 1 da Cuba, 2 dalla Nigeria, 1 dal Marocco, 1 dalla Tunisia e 1 dal Senegal.

Ogni matrimonio combinato veniva organizzato sulla base di cifre imponenti – tra i 6000 e gli 8000 euro, ndr – che i cittadini stranieri versavano pur di ottenere il permesso di soggiorno.

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