Un conto corrente per i richiedenti asilo politico con le poste italiane

Poste Italiane chiarisce che per i rapporti standard basta il certificato perché comunque è riportato il codice fiscale

Per aprire un conto corrente senza cittadinanza italiana presso le Poste, in particolare il Conto Base Bancoposta, non è necessario il passaporto ma è sufficiente il permesso di soggiorno per “Richiesta asilo” o “Dublino”, quello cioè che attesa per il richiedente asilo l’apertura della procedura per la presa in carico della domanda di protezione internazionale da parte dello Stato competente, in questo caso quindi l’Italia.

Questi permessi di soggiorno infatti, come è stato ancora una volta ribadito di recente, hanno perfetta validità legale e quindi sono considerati come documenti di riconoscimento a tutti gli effetti da esibire all’atto di aprire il conto.

Poste Italiane lo ha ribadito inviando una comunicazione ufficiale a tutti i suoi addetti agli sportelli, affinché si raggiungesse, come è scritto nel documento, una “maggiore inclusione finanziaria”.

Su quel tipo di permesso di soggiorno viene indicato anche il codice fiscale assegnato al richiedente asilo e quindi rappresenta un documento ufficiale che permette a chi lo presenta di poter effettuare qualsiasi tipo di operazione, sia in entrata che in uscita.

Sempre nello stesso documento ufficiale, Poste Italiane ha anche chiarito come invece quel permesso di soggiorno non deve essere considerato come documento che dimostra la regolarità del soggiorno per coloro che richiedono altri tipo di conti correnti differenti da quello Base oppure vogliono attivare carte prepagate nominative (anche ditate di IBAN). E allo stesso modo non si può usare per sottoscrivere Buoni Fruttiferi Postali.

Lo stesso discorso vale per l’attestato nominativo “per richiedenti protezione internazionale”, quel documento che le Questure concedono ai richiedenti protezione internazionale che sono trattenuti nei Centri di permanenza temporanea.

A differenza dei permessi di soggiorno per Richiesta Asilo o Dublino, questi invece non rappresentano un documento di identificazione che possa permettere di accedere a nessun servizio di Bancoposta.

Una precisazione importante che arriva dopo le osservazioni fatte in Primavera dall’Associazione Bancaria Italiana e che riguardavano l’apertura di conti standard da parte di richiedenti asilo in Italia.

Lì già si specificava che per l’apertura di questi rapporti rappresenta un documento idoneo al riconoscimento del richiedente la sola ricevuta di presentazione della richiesta di protezione internazionale, sempre che riporti foto, nome e data di nascita del soggetto e sia in corso di validità.

Infine è stato specificato che sono validi sia i codici fiscali nella versione provvisoria da 11 cifre che quelli in versione alfanumerica con 16 caratteri.

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