Negata cittadinanza italiana, Adelina si suicida: aveva fatto arrestare i suoi sfruttatori

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adelina sejdini

Le era stato tolto lo status di apolide nel permesso di soggiorno, sostituito dalla cittadinanza albanese. Un aspetto che ha rovinato la vita di Adelina Sejdini, ex prostituta, che era stata anche in televisione per chiedere disperatamente la cittadinanza italiana per non fare rientro in Albania.

Adelina, nata a Durazzo, è stata decisiva in un’indagine sullo sfruttamento della prostituzione: le sue rivelazioni avevano portato all’arresto di 40 persone, più altre 80 persone denunciate, tutti appartenenti alla mafia albanese.

Io se torno in Albania sono una donna morta, ho paura di essere ammazzata da quelli che ho fatto arrestare”, aveva detto lo scorso 3 ottobre al programma “L’Aria che tira”, in onda su La7.

Adelina alla fine non ha retto. Oltre al terrore di dover tornare in Albania, la donna – che viveva a Pavia – doveva convivere anche con un tumore, che l’ha spesso costretta al ricovero all’ospedale San Matteo. In questi anni aveva svolto anche volontariato per aiutare le giovani prostitute ad uscire dalla schiavitù.

Ma la revoca dello status di apolide ha fatto precipitare tutto, rendendole praticamente impossibile ottenere una casa popolare. Adelina si era anche recata a Roma per provare ad incontrare Sergio Mattarella o quantomeno qualche membro del Ministero dell’Interno. Disperata, lo scorso 28 ottobre si è data fuoco ed è stata ricoverata all’ospedale Santo Spirito con gravi ustioni.

Oltre alla revoca dell’apolidia, sul permesso di soggiorno è stato scritto che Adelina lavora: questo le ha fatto perdere l’invalidità al 100% che invece le era stata riconosciuta da una commessione medica per via del cancro.

Adelina non ha mai fatto rientro a Pavia. Sabato scorso la donna ha deciso di farla finita, lanciandosi da un cavalcavia ferroviario di Roma. Una caduta di diversi metri, che ha reso inutile ogni soccorso. Sul caso sono al lavoro gli agenti della polizia ferroviaria di Roma Termini.

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