Ius Scholae, la battaglia di Conte: “Il centrodestra sbaglia, non è lo Ius Soli”

giuseppe conte

GIUSEPPE CONTE PRESIDENTE MS5

Lo Ius Scholae rischia di arenarsi alla Camera e di non arrivare mai al Senato in questa legislatura. Uno scenario tutt’altro che improbabile, visto lo slittamento del provvedimento a giugno e l’atteggiamento marcatamente ostruzionistico delle forze politiche che non digeriscono lo Ius Scholae, ovvero Lega e Fratelli d’Italia.

Prima la valanga di emendamenti presentati dal Carroccio (su 500 totali, la stragrande maggioranza sono del partito guidato da Matteo Salvini), poi la non calendarizzazione del provvedimento a maggio che costringe la Commissione Affari Costituzionali ad esaminare singolarmente tutti gli emendamenti.

Va da sé che i tempi diventano decisamente più lunghi, tenendo conto delle imminenti elezioni amministrative e del periodo estivo, senza dimenticare che in autunno terrà banco la legge sul bilancio e anche la campagna elettorale in vista delle elezioni politiche.

Anche per questo Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle e fermo sostenitore dello Ius Scholae, ha voluto lanciare un appello al centrodestra, chiedendo alle forze politiche che si oppongono al provvedimento di convenire sul testo del relatore Giuseppe Brescia (M5S), già sostenuto da pentastellati, PD, LeU, Italia Viva e in gran parte anche da Forza Italia.

“Sarebbe un errore non portare avanti la riforma dello ius scholae – ha detto Conte durante una diretta su Repubblica.it – Non parliamo di ius soli ma di un diritto dei ragazzi che vanno a scuola e parlano perfettamente l’italiano”.

L’ex premier ha poi fatto presente che lo Ius Soli, a suo dire, “era sbagliato”, e che anche il Partito Democratico “ha cambiato idea”, spostandosi sullo Ius Scholae.

Questa misura, infatti, prevede che possano fare richiesta per la cittadinanza coloro che sono arrivati in Italia prima di aver compiuto 12 anni e che abbiano portato a termine un percorso scolastico di 5 anni.

Già durante il congresso di Articolo Uno, che si è tenuto nei giorni scorsi, Giuseppe Conte aveva esplicitato l’importanza dello Ius Scholae e la sua migliore efficacia rispetto allo Ius Soli: “Uno strumento di cittadinanza offerto solo come fosse un fatto occasionale, come la nascita sul territorio italiano, non è una soluzione adeguata”.

“Abbiamo lo Ius Scholae, diamo la cittadinanza a quei ragazzi che sono a scuola coi nostri figli, che parlano italiano”, aveva detto Conte.

Gli ultimi dati Censis, riportati anche dal sito Tecnica della Scuola, evidenziano come gli alunni stranieri nelle scuole italiane siano 857.729 nell’anno scolastico 2018-2019, con un aumento dell’1.9% rispetto all’anno precedente. In Italia, ad oggi, gli alunni e studenti stranieri sono circa il 10% del totale degli iscritti ad un corso di studi.

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