Decreto Flussi 2021, tutti i chiarimenti: quote e ripartizioni

Gli imprenditori dei vari settori interessati e le associazioni di categoria possono tirare un sospiro di sollievo. E’ stato infatti firmato l’atteso Decreto Flussi 2021, ovvero il decreto che consente la programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro stagionale e non stagionale nel territorio dello Stato.

Come già anticipato, il Decreto Flussi 2021 consente l’ingresso di circa 70.000 lavoratori stranieri (69.700 come quota massima), una cifra raddoppiata rispetto al Decreto Flussi dello scorso anno (anche se nel 2020 uscì ad ottobre, quest’anno è evidente il ritardo).

L’approvazione del Decreto Flussi 2021 fa respirare ovviamente il settore agroalimentare, ma l’arrivo di lavoratori stranieri consente anche ad altri settori cruciali di poter disporre di manodopera: pensiamo ad esempio all’edilizia e al settore turistico-alberghiero, senza dimenticare l’autotrasporto.

Nonostante l’approvazione, gli imprenditori hanno già fatto sapere che i 70.000 lavoratori potrebbero comunque rivelarsi un numero ancora insufficiente per coprire tutta la manodopera necessaria. Anche per questo, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha fatto sapere che potrebbe essere approvato un nuovo Decreto Flussi nel corso del 2022.

Per quanto riguarda le ripartizioni, 27.700 ingressi riguardano i motivi di lavoro subordinato non stagionale e lavoro autonomo: di questi, fino ad un massimo di 20.000 ingressi sono legati ai settori dell’autotrasporto merci per conto terzi, dell’edilizia e turistico-alberghiero.

Tale quota riguarda cittadini non comunitari dei seguenti paesi: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, Guatemala, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina.

Per quanto riguarda invece i 42.000 ingressi per motivi di lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, per il solo settore agricolo è riservata una quota di 14.000 unità ai lavoratori non comunitari, con le istanze presentate da associazioni come Cia – Coldiretti – Confagricoltura – Copagri – Alleanza delle cooperative (comprende Lega cooperative e Confcooperative).

Riguardano ingressi di cittadini non comunitari per lavoro stagionale di Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, Guatemale, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina.

Per le quote di lavoratori non comunitari non stagionale e autonomo, e per le conversioni si può presentare domanda dalle ore 9.00 del decimo giorno successivo alla data di pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale; per quanto riguarda invece le quote di lavoratori non comunitari stagionali, le domande possono essere presentate dalle ore 9.00 del quindicesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale.

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