Vittima di violenza domestica, la Questura le concede il permesso di soggiorno “speciale”

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Permesso di soggiorno “speciale” per violenza domestica. Una giovane donna, di nazionalità albanese, è la prima beneficiaria di questa misura, prevista nel Testo Unico dell’Immigrazione proprio per tutelare le persone vittime di violenza all’interno delle mura di casa.

L’Ufficio Immigrazione della Questura di Asti ha pertanto consegnato il permesso di soggiorno alla donna, come previsto dalla legge che consente al Questore “di rilasciare un permesso di soggiorno, della validità di un anno, convertibile in un permesso per motivi di studio o lavoro, in favore di persone vittime di violenze o maltrattamenti in famiglia, qualora la loro incolumità psicofisica sia in pericolo a causa della scelta di denunciare ciò che hanno sofferto”.

La donna si era recata in Questura lo scorso 19 marzo, raccontando alle forze dell’ordine tutto ciò che era costretta a subire ogni giorno: il marito, infatti, la minacciava e la picchiava da anni, procurandogli violenze fisiche e psicologiche.

La giovane albanese, madre di due figli piccoli, ha poi spiegato di non aver mai denunciato prima le vessazioni subite per paura di ritorsioni da parte del coniuge.

La sua più grande paura era quella di non ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno e di essere quindi costretta a fare ritorno in Albania.

Da quel momento in poi, gli agenti della Squadra Mobile hanno fatto scattare tutte le misure necessarie per proteggere la donna e i bambini, allontanandoli d’urgenza dalla casa dove vivevano.

Il marito della donna è infatti considerato dalle forze dell’ordine un uomo pericoloso. Si tratta di un 30enne che negli ultimi tempi è stato anche arrestato perchè coinvolto in un traffico di sostanze stupefacenti.

Il Vicario della Questura di Asti, Vittoria Rissone, ha chiarito i dettagli del rilascio del permesso di soggiorno speciale per la vittima di violenza domestica.

“Il rilascio di un titolo di soggiorno nei casi di accertate situazioni di grave violenza domestica rappresenta un prezioso tassello che il legislatore ha approntato per aiutare chi, non avendo la cittadinanza italiana, può sentirsi maggiormente scoraggiato nel denunciare gli abusi, le violenze o i maltrattamenti di cui è vittima dentro le mura domestiche”, spiega la Rissone.

Il Vicario ha parlato di “fasce particolarmente deboli“, la cui tutela non è limitata agli indispensabili strumenti cautelari di protezione “ma è rivolta al futuro della persona, fornendole un concreto aiuto per gettare le basi dell’inizio di una nuova vita, lontano dal tunnel della violenza”.

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