tunisia unione europea

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Oltre all’8 marzo si celebra anche il 13 agosto per ricordare quello che avvenne nel 1956 con l’ingresso del Codice sullo statuto della persona, con la donna messa al centro dell’attenzione

Se in tutto il mondo la Festa della Donna si svolge per convenzione l’8 marzo, in Tunisia invece si celebra anche il 13 agosto di ogni anno. Una scelta fatta per celebrare la ricorrenza del giorno in cui nel 1956 entrò in vigore il Codice sullo statuto della persona (detto anche Codice di Famiglia).

Una norma rivoluzionaria per quei tempi, soprattutto perché metteva al centro i diritti della popolazione femminile in un Paese arabo, abolendo la poligamia e introducendo anche la possibilità di divorziare.

Ma quest’anno la Festa della Donna agostana in Tunisia riveste un significato particolare, perché arriva a poche settimane dall’approvazione, avvenuta il 26 luglio, della legge contro la violenza sulle donne e per la parità di genere.

In tutto 43 articoli destinati ad offrire misure concrete contro ogni forma di violenza o sopruso, nata con lo scopo di garantire alla donna il rispetto della dignità e garantire l’uguaglianza tra i sessi, puntando sulla prevenzione, la condanna certa di chi commette reati contro le donne, la protezione delle vittime e l’eliminazione di ogni forma di disuguaglianza tra i sessi, anche nel mondo del lavoro.

La Tunisia quindi, oltre ad essere l’unico Paese al mondo a celebrare la donna due volte all’anno, rappresenta anche un esempio da seguire non solo tra le nazioni del Nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo e che sono a maggioranza musulmana.

Basta ricordare che la Costituzione tunisina stabilisce all’articolo 20 la parità di diritti tra uomo e donna e la Tunisia vanta la più alta percentuale tra i Paesi arabi di donne in Parlamento con il 30,88% anche se molto ancora si può fare soprattutto per quello che riguarda la parità di diritti tra genitori quando si tratta di figli minorenni, o ancora la parità davanti al giudice penale.

Ma l’attenzione dei tunisini verso le donne è certo e forse deriva anche dal fatto che secondo la leggenda Cartagine, che era il cuore della nazione poi diventata Tunisia, sia stata creata da Didone.

E da allora, nonostante la predominanza di uomini al centro del potere, c’è sempre stato un rispetto per l’altro sesso molto superiore rispetto a Paesi anche confinanti. Un esempi su tutti è il fatto che in tutto il mondo islamico esiste solo una ‘santa’ ed è la tunisina Sayda Mannubya che viene venerata da tutti i tunisini, compresi gli islamici più radicali.

La Tunisia quindi è sempre stata in prima linea per i diritti delle donne, nonostante negli ultimi anni abbia dovuto affrontare problemi interni di notevole entità a cominciare dalla minaccia del terrorismo e più in generale della violenza che negli ultimi anni è letteralmente dilagata.

E di violenza si parla anche quando si parla di donne, tanto che il Parlamento tunisino deve votare un pacchetto di norme che non è ancora stato trasformato in legge.

Un passo importante e non impossibile verso una condizione di normalità, considerando anche il fatti che la Tunisia insieme alla Svezia vanta un primato importante: è tra i pochissimi stati al mondo a riconoscere una quota rosa del 50% all’interno del parlamento nazionale.

Ecco perché constatare che la donna viene festeggiata due volte l’anno non stupisce.