La regolarizzazione in agricoltura? Un fallimento

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La regolarizzazione dei migranti è stata “un fallimento totale”.

A ribadirlo questa volta non sono i leader delle forze di opposizione – che da sempre osteggiano il provvedimento fortemente voluto dalla ministra per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova – ma l’ex rappresentante dell’organizzazione sindacale USB, Aboubakar Soumahoro.

Intervenuto durante il programma L’Aria che Tira, in onda su La7, Soumahoro ha sottolineato come la sanatoria introdotta dal governo Conte “bis” nel Decreto Rilancio non solo non abbia raggiunto i risultati sperati, ma si sia rivelata un vero e proprio flop.

D’altronde, negli ultimi giorni i dati relativi alla regolarizzazione hanno fatto emergere come le domande ricevute dal Ministero dell’Interno siano all’incirca 160.000, di cui l’87% provenienti dal settore domestico (colf e badanti).

Se la sanatoria aveva come obiettivo l’emersione dal lavoro nero nel settore agricolo, dove dominano caporalato e sfruttamento dei braccianti, i dati ci dicono che il provvedimento non è servito.

“Nell’Agro Pontino, sotto questo sole infernale – afferma Soumahoro – i braccianti sono impegnati nella raccolta delle angurie. Parliamo di 10-12 ore di lavoro al giorno, con una paga di 4,50 euro l’ora“.

“La condizione che si vive all’interno della filiera agricola – tuona Soumahoro – non è stata ascoltata da chi ha elaborato questa procedura di regolarizzazione”.

A fare domanda sono stati solo “il 13% dei braccianti“, un numero distantissimo dalle previsioni del Governo, certo di riuscire a regolarizzare “200.000 lavoratori per non far marcire frutta e verdura”.

Bisogna liberarsi dallo spirito delle opposte tifoserie, mettiamo al centro l’essere umano – prosegue il sindacalista – Bisogna rilasciare un permesso di emergenza sanitaria a tutti, convertibile per attività lavorativa, con la possibilità di iscriversi all’Anagrafe per la scelta del medico di base“.

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