La prospettiva di una “sanatoria stranieri” sta riscuotendo via via pareri favorevoli.

Fatta eccezione per Giorgia Meloni, che ha accusato il governo di voler favorire i clandestini, sono sempre di più le voci che sostengono la necessità di regolarizzare i lavoratori stranieri, garantendo loro il permesso di soggiorno.

In questo modo si garantirebbero due immediati benefici: l’emersione dall’illegalità scaturita dal lavoro nero e l’accesso alle cure, determinante in un periodo come questo dove l’emergenza coronavirus è ancora pienamente presente nel Paese.

La Coldiretti ha già lanciato l’allarme, evidenziando come il Covid-19 causerà perdite incalcolabili nel settore agricolo, dove la manodopera straniera risulta essere a dir poco imponente: circa 370.000 lavoratori stagionali all’anno provengono dall’estero. Ma la problematica investe anche altri settori, come quello dell’assistenza domiciliare.

Una situazione che appare molto grave in Basilicata, come sottolineato da uno dei componenti del Tavolo nazionale anticaporalato del Ministero del lavoro, Pietro Simonetti.

In una nota stampa, riportata anche dall’ANSA, Simonetti chiarisce le durissime condizioni di lavoro a cui sono costretti i migranti in questo periodo di pandemia e chiede per loro “una vasta misura di sanatoria per il rilascio dei permessi di soggiorno”.

“E’ necessario dare la possibilità ai lavoratori di avere i documenti in regola, lavorare in sicurezza e avere una residenza anche superando i ghetti con l’attuazione del Piano nazionale anticaporalato finanziato dall’Unione europea”, afferma Simonetti, ricordando che nel 2019 sono stati circa 25.000 i lavoratori stranieri utilizzati in nero in Basilicata nell’assistenza domiciliare.

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