“Sanatoria per tutti”, proteste a Milano e Palermo. Troppi lavoratori stranieri esclusi

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La sanatoria deve essere per tutti. I lavoratori stranieri si stanno organizzando in cortei, manifestazioni e proteste in diverse città d’Italia per chiedere che la regolarizzazione introdotta nell’ultimo DL Rilancio non sia limitata solo ad alcuni settori, ma coinvolga tutti.

Come noto, la regolarizzazione fortemente voluta dal ministro per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova, ha riguardato soprattutto i braccianti agricoli e i lavoratori che operano nel settore domestico: due ambiti che rischiavano davvero il tracollo in seguito all’emergenza coronavirus.

Dalla cosiddetta “sanatoria” (termine che non piace al governo giallorosso, ndr) sono rimasti esclusi tantissimi lavoratori stranieri, sia dei settori di riferimento perchè sprovvisti di alcuni requisiti (come ad esempio l’impossibilità nel dimostrare di aver lavorato per chi non è stato mai assunto) sia degli altri settori, come ad esempio i Riders, che ieri si sono ritrovati davanti Palazzo Marino, a Milano, in segno di protesta.

“La cosiddetta sanatoria iniziata il primo giugno – spiegano i collettivi e le associazioni che hanno organizzato la protesta – contiene una serie di disposizioni che creeranno gravi disparità di trattamento, lasciando migliaia di persone senza permesso di soggiorno e senza diritti, daranno vita a speculazioni a danno delle persone migranti che cercheranno di ottenere requisiti in molti casi irraggiungibili”.

Le associazioni chiedono quindi una proroga per la consegna delle domande fino al 30 settembre, ma anche l’estensione delle procedure di emersione e regolarizzazione a tutte le categorie lavorative, oltre ad un alleggerimento delle procedure burocratiche e la “conversione in permesso di lavoro del permesso diverso per chi ha già un contratto di lavoro regolare in corso”.

Proteste anche a Palermo, dove molti lavoratori stranieri hanno sfilato da Piazza Verdi fino alla Prefettura per chiedere “una sanatoria generalizzata che consenta di ottenere il permesso di soggiorno a chiunque ne sia sprovvisto e che abbia come unico parametro la presenza in Italia”.

Per i manifestanti, le regole assurde della “sanatoria” hanno fatto nascere “vergognose speculazioni sulla pelle dei lavoratori”.

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