Ruba 47.000 euro all’anziano che doveva assistere. Badante obbligata a lasciare l’Italia
Era stata condannata nel 2017 ad un anno e quattro mesi per aver raggirato l’anziano per il quale lavorava come badante.
Ora, dopo tre anni, la sua richiesta di permesso di soggiorno è stata respinta. La badante è quindi costretta a fare rientro nel suo Paese.
La donna, che è di nazionalità ucraina, era stata condannata per i reati compiuti nel 2012, quando aveva 49 anni. Con l’aiuto di un complice, la badante è riuscita a sottrarre tutti i risparmi dell’anziano: una somma pari a circa 47.000 euro, che l’uomo teneva nascosti dentro la sua abitazione.
Il rifiuto del rinnovo del permesso di soggiorno da parte della Questura di Bologna risale a fine 2018. La donna non si è arresa, e ha deciso di impugnare il provvedimento definendolo “illegittimo” per “carenza di motivazione e di istruttoria, ingiustizia manifesta, mancanza di idonei parametri di riferimento”.
Tuttavia, come riportato anche dal Resto del Carlino, il ricorso della badante ucraina è stato ritenuto infondato dalla prima sezione del TAR dell’Emilia Romagna. La donna non può quindi beneficiare del permesso di soggiorno, e di conseguenza non ha più alcun titolo legale per rimanere nel nostro Paese.
Nella sentenza i giudici spiegano che la badante, che oggi ha 57 anni, ha approfittato della fiducia in lei riposta dal suo datore di lavoro: “Abusando della sua condizione di badante della vittima, forniva le indicazioni necessarie affinché il complice potesse introdursi nell’abitazione della vittima – si legge nel dispositivo – e compiere materialmente il furto di una grossa somma di denaro, causando un ingente danno patrimoniale”.
Il TAR ha deciso di fare propria la posizione della Prefettura dopo aver riscontrato “la gravità oggettiva del reato commesso dalla ricorrente e alla pericolosità sociale da questa dimostrata”.