Rimpatriato prima del pronunciamento del giudice sul permesso di soggiorno

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Rimpatriato in fretta e in furia prima che si concludesse il procedimento nei suoi confronti. Ironia della sorte, il giudice si è pronunciato in suo favore.

E’ l’incredibile caso che vede protagonista Sofiem Ben Salem, un uomo di 30 anni che viveva in Italia già da diverso tempo.

Come riferito da uno dei suoi avvocati difensori, Giuseppe Novara, il 30enne aveva un passaporto, un codice fiscale e soprattutto un contratto di lavoro a tempo determinato in un’azienda agricola di Vittoria. “E’ grave quanto accaduto – sottolinea il legale – bisognava attendere la pronuncia del giudice sul trattenimento al Cie”.

Per capire cosa sia accaduto esattamente bisogna tornare indietro di qualche settimana, quando Sofiem Ben Salem si era recato presso il commissariato di Vittoria per procedere al rinnovo del permesso di soggiorno.

Ma le cose non sono andate affatto come immaginava il 30enne. L’uomo, infatti, è stato dapprima fermato dalle forze dell’ordine e successivamente trasferito all’ex Cie di Trapani, con tanto di richiesta di trattenimento avanzata dal questore di Ragusa.

Tutto questo perchè al 30enne tunisino era stato riscontrato un permesso di soggiorno scaduto già da diversi mesi.

Dopo che il giudice di pace di Trapani ha convalidato il trattenimento, lo scorso 4 ottobre, Sofiem Ben Salem ha subito presentato istanza di riesame. Come spiega l’avvocato Giuseppe Novara, che ha seguito il caso con il collega Salvatore Miccoli, “l’istanza di riesame è stata accolta dal giudice di pace al termine dell’udienza del 12 novembre, mentre il provvedimento è stato depositato il 19”.

Ma quando l’avvocato si è recato all’ex CIE per comunicare al suo assistito l’esito positivo del ricorso, è rimasto totalmente spiazzato e sconcertato: Sofiem Ben Salem era stato già rimpatriato.

Ho aspettato cinque ore per una risposta – ha sottolineato il legale del 30enne – e nessuno mi ha voluto mettere per iscritto che il giovane era stato rimpatriato. Ho provato davvero una grande amarezza per un’ingiustizia che si è consumata”.

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